Incidenza crescente nelle classi più povere e tra i migranti
In Italia la tubercolosi è una patologia a bassa incidenza nella popolazione generale, 7,7 per 100mila abitanti nel 2010, ma molto più diffusa in gruppi a rischio quali persone senza fissa dimora, soggetti che appartengono alle classi più povere, tossicodipendenti, immigrati, e in alcune aree metropolitane dove l'incidenza può addirittura quadruplicare. Inoltre, si osserva un trend in aumento nella classe di età 15-24 anni. "Il ritorno della TBC – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – rappresenta un'emergenza sanitaria sottovalutata perché esistono numerosi ostacoli per un'efficace prevenzione e trattamento: standard assistenziali spesso obsoleti a dispetto di una notevole evoluzione delle conoscenze scientifiche, frammentazione e scarso coordinamento dei percorsi assistenziali tra i servizi di sanità pubblica, cure primarie e assistenza specialistica, barriere culturali e linguistiche, carenze nella rete di diagnosi e cura".
Il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 identifica tra gli obiettivi prioritari 'l'implementazione di linee guida aggiornate', ma di fatto l'ultimo aggiornamento delle linee guida nazionali risale al 2010. "La mancanza di linee guida aggiornate – prosegue nella nota Cartabellotta – in grado di sintetizzare le migliori evidenze scientifiche rappresenta un ulteriore ostacolo alla gestione ottimale della TBC: infatti l'uso appropriato dei nuovi test diagnostici (IGRA test, NAAT), le strategie per migliorare l'aderenza terapeutica (DOTS, case management) e i protocolli terapeutici per la TBC multi-farmaco resistente oggi sono ben lontani da un'implementazione uniforme sul territorio nazionale".
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