Ex presidente del Consiglio e governatore della Banca d'Italia, è morto a 95 anni

E' morto il presidente della Repubblica più amato dagli italiani dopo Sandro Pertini. L'uomo venuto dalla Banca d'Italia che cercò di riconsegnare agli italiani il sentimento patriottico nazionale. Carlo Azeglio Ciampi è scomparso dopo una lunga malattia. Europeista convinto, Ciampi è considerato come figura fondamentale per l'adozione dell'euro e come uno dei ministri più popolari del governo perché godette anche dell'appoggio del mondo economico e finanziario oltre che della stima dei dirigenti dell'Unione europea. Governatore della Banca d'Italia, ministro del Tesoro del governo D'Alema e Prodi, Ciampi ebbe un gradimento popolare che oscillò tra il 70 e l'80%, dimostrando di essere una delle figure nelle quali gli italiani riponevano la loro fiducia e che rafforzava, con la sua figura istituzionale, lo stesso ruolo del presidente della Repubblica.

Come Pertini, anche Ciampi assistette a una finale calcistica dell'Italia; il 2 luglio 2000 come capo dello Stato era presente allo Stadio De Kuip di Rotterdam nella finale di Euro 2000 persa dagli azzurri ai supplementari per 2-1 contro la Francia. Tra le frasi più celebri quella pronunciata il 4 novembre 2005, anniversario della vittoria, giorno dell'Unità nazionale e festa delle Forze Armate: "L'Unità d'Italia, l'indipendenza e la libertà sono conquiste straordinarie che vanno difese ogni giorno". Conquiste, aveva sottolineato, che vanno difese "come capacità di cooperare per il bene comune, come desiderio di provare, anche individualmente, la gioia di fare qualcosa per il bene dell'Italia, per il suo prestigio nel mondo, per il benessere della nostra comunità".

Carlo Azeglio Ciampi nasce a Livorno il 9 dicembre 1920. Nel 1946 si laurea in giurisprudenza presso l'Università di Pisa e nello stesso anno è assunto alla Banca d'Italia, dove inizialmente presta servizio presso alcune filiali, svolgendo attività amministrativa e di ispezione ad aziende di credito.  Segretario generale della Banca nel 1973, vice direttore generale nel 1976, direttore generale nel 1978, nell'ottobre 1979   è nominato Governatore e presidente dell'Ufficio Italiano dei Cambi, funzioni che ha assolto fino al 28 aprile 1993.

Dall'aprile 1993 al maggio 1994 è stato presidente del Consiglio dei ministri. Durante la XIII legislatura è stato ministro del Tesoro, del bilancio e della programmazione economica, nel governo Prodi (dall'aprile 1996 all'ottobre 1998) e nel governo D'Alema (dall'ottobre 1998 al maggio 1999). Molti gli incarichi che Ciampi ha assunto a livello internazionale, tra cui quelli di: presidente del Comitato dei governatori della Comunità europea e del Fondo europeo di cooperazione monetaria (nel 1982 e nel 1987); vice presidente della Banca dei regolamenti internazionali (dal 1994 al 1996); presidente del Gruppo Consultivo per la competitività in seno alla Commissione europea (dal 1995 al 1996); presidente del comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale (dall'ottobre 1998 al maggio 1999).

Il 13 maggio del 1999 è eletto, in prima votazione, decimo presidente della Repubblica Italiana. La sua candidatura venne avanzata da un vasto schieramento parlamentare e in particolare dall'allora presidente del Consiglio Massimo D'Alema che ottenne, durante le trattative, il benestare dell'opposizione di centro-destra, anche se Ciampi, che non era iscritto in alcun partito, era molto vicino all'Ulivo. Ciampi venne eletto alla prima votazione, con una larga maggioranza (707 voti su 1010). A maggio del 2006, al termine del suo mandato, quale presidente Emerito della Repubblica Italiana, assume la carica di senatore  a vita.

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