Standing ovation e diversi applausi scroscianti per Giorgia Meloni al Meeting di Rimini. E lei, commossa, ringrazia la platea di Comunione e liberazione che in piedi accoglie la sua prima volta da premier alla kermesse. Messa da parte l’emozione, dal palco la presidente del Consiglio va all’attacco. Un discorso a tutto campo, che comincia dai dossier di politica internazionale e dalle sfide di una Ue “condannata all’irrilevanza”. Fino a delineare le priorità del governo, tra riforme istituzionali – Premierato in primis – e misure economiche, con l’annuncio sul Piano casa.
I toni salgono quando la premier rilancia la volontà di andare avanti sulla separazione delle carriere, “nonostante le invasioni di campo di una minoranza di giudici politicizzati, che provano a sostituirsi al Parlamento e alla volontà popolare”. Affondo verso la magistratura reiterato quando Meloni parla di migranti. “Ogni tentativo che verrà fatto di impedirci di regolare il fenomeno della migrazione – avvisa – verrà rispedito al mittente. Non c’è giudice, politico o burocrate che possa impedirci di far rispettare la legge dello Stato italiano”.
Parole che suscitano l’adesione convinta della platea di Cl, a cui la premier strizza l’occhio dalle prime battute del suo discorso. Quando gioca con la citazione di Elliot che dà il titolo alla 46esima edizione del Meeting: “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”. Metafora usata dalla premier per tracciare delle “similitudini con Atreju, il ragazzo de ‘La storia infinita’ che lotta contro il nulla che avanza” e che dà il nome alla manifestazione politica creata dalla stessa Meloni. “Sono convinta che quello che accade in questi padiglioni sia qualcosa di estremamente prezioso e so bene che cosa significhi organizzare eventi di questo tipo”, aggiunge parlando del Meeting.
Le tensioni con Parigi
E la metafora torna quando la premier rivendica l’azione del Governo in politica estera. “Abbiamo portato mattoni nuovi nella postura internazionale dell’Italia”, dice. “Forte, fiera, schietta, leale, in una parola, autorevole: sono fiera che l’Italia venga vista così”, insiste la premier. Che, dopo le tensioni con Parigi, nomina una sola volta la Francia. Quando cita i tassi di interesse sul debito italiano, “in linea” con quelli del Paese a guida macronista.
Nessun riferimento al presidente francese, che tra i padiglioni della Fiera viene di nuovo chiamato in causa dal vicepremier Matteo Salvini. “Non l’ho insultato, ma i nostri figli non sono pronti a combattere”, ribadisce il vicepremier. Che dopo l’incontro mancato con la presidente del Consiglio tra gli stand del Meeting – i due “non si sono salutati di persona solo per problemi di agenda”, fa sapere lo staff – precisa: “Ci siamo sentiti, come ci sentiamo quasi tutti i giorni per lavoro, c’è una squadra che su alcuni temi ha delle sensibilità diverse, ma che poi riesce a fare sintesi”.
Guerra in Ucraina
Meloni, alla vigilia del primo Cdm post-ferie, a cui si potrebbe affiancare un mini vertice sull’Ucraina, dal palco non entra nella polemica. Allo studio del governo c’è l’impiego di soldati italiani sul campo per una missione limitata alla bonifica degli ordigni inesplosi in Ucraina dopo il cessate il fuoco. Questione delicata, che la premier preferisce non toccare nel suo discorso. Tiene invece a ribadire, con una certa “fierezza”, il “possibile contributo alla pace” fornito dall’esecutivo. “La proposta italiana, basata su un meccanismo ispirato all’articolo 5 della Nato, è attualmente la principale sul tavolo”, aggiunge. La presidente del Consiglio sottolinea la fiducia negli “spiragli” di dialogo verso una “pace giusta, per quanto complicata”.
Conflitto a Gaza
E complicato appare anche lo scenario mediorientale. Su cui Meloni non usa giri di parole. Definisce la reazione di Israele a Gaza “oltre il principio di proporzionalità” e condanna l’uccisione dei giornalisti. Poi, lancia una stilettata alle opposizioni: “C’è chi scrive le mozioni e chi salva bambini, io sono fiera di fare parte dei secondi”.
Meloni dà ragione a Draghi
E quando è il momento di approfondire il ruolo dell’Ue nello scenario internazionale, Meloni definisce “giuste” le parole di Mario Draghi al Meeting. E lo cita quando parla di “un’Ue che sembra sempre più condannata all’irrilevanza geopolitica“. Meloni, che insiste sull’indipendenza europea in materia di difesa, invita l’Ue a “fare meno e fare meglio”, riscoprendo “radici culturali e religiose negate” e mettendo da parte “burocrazia e ideologie cieche”.
Il Piano Casa
Tra le sfide europee citate da Meloni, quella della demografia. Ed è proprio sulla natalità che la premier torna a sollecitare la platea di Rimini. Tracciando un filo rosso tra lavoro e famiglia, lancia la sfida. “Una delle priorità che affronteremo con il vicepremier Matteo Salvini – annuncia – è quella di un grande piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie, perché senza casa è difficile costruire una famiglia”.
E sul fisco, alza la posta: Oora vogliamo concentrare l’attenzione sul ceto medio, così da rendere il sistema più equo”. Davanti al popolo di Cl, Meloni apre “la riflessione sull’effettiva parità scolastica“. E alle imprese ribadisce l’impegno sull’abbassamento strutturale del costo dell’energia. Dopo aver lanciato dal palco il motto “la droga fa schifo”, il ritorno sulla scena politica della premier dopo la pausa estiva si chiude con la visita alla Comunità di San Patrignano.
Coro delle opposizioni contro Meloni: “Scappa dalla realtà”
“Vive su Marte”; “fa solo propaganda”; “fugge dalla realtà”. Le opposizioni salutano con un coro unanime il ritorno della premier sulla scena politica dopo la pausa estiva. Anche Carlo Calenda, sempre pronto ad apprezzare la presidente del Consiglio “quando fa o dice una cosa giusta”, non fa sconti: “Meloni parla come se venisse da Marte o fosse da ieri a palazzo Chigi, ma il piano sull’energia, su come diminuire i costi, diminuendo le rendite assurde che stanno facendo i produttori di rinnovabili, Azione glielo ha inviato dettagliato e pronto per essere messo in un decreto. Quindi bisogna fare le cose e smettere di parlarne”, dice tranchant.
Matteo Renzi punge la premier: “Solito discorso di Giorgia Meloni: dieci in retorica, zero in concretezza”, esordisce il leader di Iv, che poi prende di mira il piano casa per le giovani coppie annunciato da Meloni. “Cara presidente del Consiglio, le ultime due proposte che hai fatto sono state il piano da venticinque miliardi di euro per le imprese contro i dazi. E il piano casa oggi per le famiglie. Noi accettiamo la sfida. Vogliamo il piano per le imprese, vogliamo il piano casa. E vogliamo che il Parlamento ne discuta. Che aspetti, cara Giorgia? Vieni in Senato e porta i due disegni di legge. Altrimenti è la solita fuffa di chi governa da tre anni e produce tweet, non riforme”, attacca.
Giuseppe Conte va giù duro: “La televendita senza domande di Giorgia Meloni sta sfuggendo di mano. Tanta fumosa propaganda e zero fatti, mentre il calo della produzione industriale imperversa, il ceto medio è sempre più impoverito, abbiamo un boom di cassa integrazione, un esercito in aumento di lavoratori con stipendi da fame e il record dei poveri assoluti”, mette nero su bianco su Facebook. “È imbarazzante e preoccupante per chi governa non essere mai chiamata a fare i conti con la realtà”, insiste l’ex premier, che attacca la premier su Gaza, le politiche per la famiglia, i migranti.
“Non ha una sua idea, non ha una soluzione su alcun dossier e non ha fatto nulla da poter raccontare – rimarca la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga -. A Rimini Meloni ha solo assicurato il suo personale impegno su tutto. Ma sempre solo a parole. Doveva cambiare il Paese, si limita invece a raccontarne uno fantastico dove farà, vedrà, agirà. È tornata dalle vacanze ma non ancora nel paese reale”. “La vergogna più grande”, per il presidente dei senatori dem Francesco Boccia, “è arrivata quando la premier ha parlato di Israele: arrivando a limitare la critica sui conti della ‘proporzionalità’ delle stragi rispetto al 7 ottobre, senza dire una parola chiara su ciò che avviene oggi a Gaza. Nessun accenno al fatto che il governo Netanyahu sta compiendo un vero genocidio. Su questo Meloni e il suo governo restano complici silenziosi”.
Giorgia Meloni “non è Amélie che vive in un mondo fantastico: la realtà è ben diversa, intrisa di bugie e propaganda. Al Meeting di Rimini la storia si è purtroppo ripetuta. Mentre da due anni a Gaza si consuma una pulizia etnica con donne, bambini e giornalisti uccisi, ospedali e scuole ridotti in macerie, Meloni descrive all’Italia un’azione israeliana ‘sproporzionata ma comprensibile’ nella risposta ad Hamas, cancellando lo sterminio: 60 mila civili uccisi, la cacciata della Sacra Famiglia da Gaza e della comunità cattolica. Eppure l’Italia prosegue con accordi militari e rifiuta di adottare sanzioni. Meloni, sei senza vergogna”, fa eco da Avs Angelo Bonelli.
A Rimini la presidente del Consiglio “ha fatto una magia: come al solito sono spariti i problemi reali del nostro Paese. Neanche una parola su bassi stipendi, inflazione e aumento della povertà. Nemmeno una sugli effetti della crisi climatica, sempre più forti anche con l’ultima alluvione, proprio in Romagna. Nessun accenno alla sanità con le sue liste d’attesa infinite o ai precari della scuola”, insiste il collega Nicola Fratoianni di Avs.
“Vittimismo e vuota propaganda: Giorgia Meloni al Meeting di Rimini rispolvera la solita retorica e nasconde tutti i fallimenti del governo a partire dal costo della vita, dai bassi salari e dalla sanità ridotta a uno stato pessimo – sintetizza il segretario di Più Europa Riccardo Magi -. Come sempre Meloni fugge dai problemi e si inventa una realtà parallela. Potrà anche incantare la platea di Comunione e Liberazione, ma non certo il resto degli italiani”.