Diritto a stare bene: parte la campagna per presidi dove si studia, si fa sport, si lavora e ci si cura
Avere in Italia una Rete Psicologica Nazionale, pubblica e gratuita per tutti. Parte la campagna per sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare per istituire una presenza costante nei luoghi dove si studia, si fa sport, si lavora, ci si cura. La raccolta firma che prende il via ufficialmente mercoledì 18 giugno punta a raccogliere le 50mila sottoscrizioni necessarie per portare la proposta in Parlamento e rendere il benessere psicologico un diritto garantito a tutte e a tutti. Il testo della proposta di legge nasce dal lavoro portato avanti per oltre tre anni da un Comitato Scientifico composto da accademici, professionisti ed esperti nel campo dei diritti, della ricerca e dei servizi pubblici. La campagna di raccolta firme è diretta e coordinata da Pubblica, ente del terzo settore senza scopo di lucro che lavora per contribuire ad allargare lo spazio dei diritti ed è finanziata con il supporto di Project System, primo fondo filantropico italiano dedicato all’attivismo civico.
La Rete Psicologica Nazionale pensata per prevenire il disagio
La struttura della Rete Psicologica Nazionale è stata pensata per prevenire il disagio e intervenire prima che diventi emergenza, violenza, malattia fisica o psichica. E per promuovere il benessere, l’inclusione e la crescita del capitale umano. Un investimento pubblico adeguato che una volta a regime, ridurrà la pressione sul sistema sanitario e sulle liste di attesa: nei giorni scorsi sono stati resi pubblici gli esiti di uno studio dell’Università Sapienza di Roma e Uno Bravo sull’impatto della cura della salute mentale sull’accesso ai servizi sanitari in Italia. Dai dati emerge che i soggetti che hanno intrapreso un percorso di supporto psicologico di almeno sei mesi hanno dichiarato una riduzione nell’utilizzo di prestazioni sanitarie: accessi al pronto soccorso, visite specialistiche ed esami da laboratorio. In particolare, proprio sugli accessi al pronto soccorso, nel campione analizzato si è evidenziato una diminuzione del 50%. Numeri che raccontano l’impatto immediato dell’investimento in psicologia sulla spesa sanitaria, producendo un calo netto e significativo per le liste d’attesa. Un testo che vuole colmare l’attuale insufficienza e frammentazione dei servizi di psicologia pubblici attraverso interventi sulle comunità attraverso un significativo investimento finanziario, oltre 3,3 miliardi di euro annui dal 2026, per coprire i costi derivanti dall’immissione in ruolo del personale, dalla formazione specialistica retribuita, dal Bonus Psicologo potenziato e dal funzionamento della Rete, prevedendo il possibile utilizzo di fondi europei e PNRR per specifici progetti.
Il coordinatore: “Rendiamo il benessere psicologico un diritto per tutti”
“Oggi lanciamo una proposta concreta: l’obiettivo è portare il nostro testo in Parlamento e arrivare a una legge che renda il benessere psicologico un diritto attraverso un finanziamento adeguato. Lo facciamo perché vogliamo portare la psicologia dove serve davvero: nelle scuole, nei luoghi di lavoro, dove le persone fanno sport o dove affrontano la malattia e la cura. Interventi precisi, efficaci, costruiti sui bisogni reali delle persone. Perché il benessere psicologico non è un lusso: vivere in un ambiente libero dall’esclusione sociale, dal bullismo, dallo stress ambientale è un diritto e come tale va garantito a tutte e tutti”. “Non ci sarà vera uguaglianza finché il benessere psicologico sarà un privilegio per alcuni. Con questa legge lo rendiamo un diritto esigibile per tutte e tutti, in ogni fase della vita. Chi sta male non può aspettare. La cronaca ci ricorda quasi quotidianamente che non possiamo più ignorare il disagio e la violenza nascosti dietro le mura di casa, tra i banchi di scuola, nei luoghi di lavoro. Questa legge lo intercetta, lo affronta e lo cura. Una Repubblica che tutela la salute non può dimenticarsi di quella psicologica. Inoltre, investire in psicologia non è una spesa ma un investimento nella sostenibilità della nostra sanità, nella sicurezza, nella giustizia sociale. Un risparmio netto a 360 gradi. Ogni cittadino ha diritto a qualcuno e che lo aiuti a capire, attraversare, superare. Il benessere psicologico è un tema politico perché riguarda la dignità, le opportunità e la libertà di essere sé stessi. Questa proposta di legge è un atto di civiltà. Facciamola passare” dichiara Francesco Maesano, coordinatore nazionale della campagna, dando il via alla raccolta delle firme.
Garantire interventi psicologici nei principali ambiti di vita
La Rete mira a garantire interventi psicologici in tutti i principali ambiti di vita e contesti istituzionali. Tra i servizi previsti figurano quelli in ambito ospedaliero/sanitario (SPOS), nelle scuole e università (SPSU), per l’infanzia e l’adolescenza (Centri per il Bambino e la Famiglia, Centri PRG), per le persone con disabilità (SPPD), con l’istituzione specifica dell’Operatore per l’Emotività, l’Affettività e la Sessualità (OEAS), nei servizi per le emergenze (SPEM), nel mondo del lavoro (SPLA), nello sport (SPSP) e nelle carceri. Viene posta una particolare enfasi sulla forte presenza della psicologia nelle Cure Primarie, operando nelle Case di Comunità in stretto raccordo con i Medici di Medicina Generale e i Pediatri, e nei servizi dedicati all’invecchiamento e alla longevità. Oltre alla stabilizzazione e il potenziamento del “Bonus Psicologo”, il riconoscimento e l’accreditamento del ruolo del Terzo Settore e l’istituzione di un’Autorità Garante nazionale per vigilare sulla tutela dei diritti psicologici e l’attuazione della legge e la riforma della formazione specialistica universitaria per gli psicologi, analoga a quella dei medici specialisti con contratti di formazione-lavoro retribuiti.
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