L’Associazione Nazionale Magistrati intende aprirsi “ancora di più al dialogo con i cittadini” e “con le forze che nel Paese possono farsi interpreti” delle “nostre idee” perché “siamo qui per difendere dei valori e i valori possono interessare a tutti”. Lo ha dichiarato il presidente dell’ANM, Cesare Parodi, parlando a Milano dalle scalinate del Tribunale dove circa 40 magistrati hanno protestato in toga e sventolando copie della Costituzione contro la riforma della giustizia e della separazione delle carriere. “Non siamo qui a difendere una corporazione, ma perché pensiamo sinceramente di interpretare un sentimento collettivo di giustizia che conosciamo bene come magistrati” e “che vogliamo vivere come cittadini”, ha detto il presidente dell’ANM. La riforma su cui c’è stata “un’accelerazione in ambito parlamentare” crea “i presupposti per una forma di depotenziamento della giustizia” e “ci sono alcuni passaggi che sembrano indicativi della volontà di colpevolizzare i magistrati”. Sulla separazione delle carriere “già la riforma per come è oggi, nonostante non abbia una previsione espressa di sottoposizione all’esecutivo, indebolisca fortemente il ruolo e l’indipendenza della magistratura”, ha affermato il numero uno del sindacato delle toghe. “Potrei anche dire che la mia vita non cambierà in concreto, ma la cambia come cittadino e questo non mi piace”, ha aggiunto Parodi, sottolineando come le conseguenze della separazione saranno giudici “più deboli, più attaccabili, incerti” e “cittadini con meno tutele più esposti a una giustizia che non si rende interprete delle loro esigenze”.