Il giudice monocratico della quarta sezione penale del tribunale di Roma, Alfonso Sabella, ha disposto il rinvio a giudizio per la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, al termine dell’udienza predibattimentale. La vicenda riguarda un’accusa di diffamazione nei confronti del finanziere Giuseppe Zeno, azionista di minoranza della società Visibilia. Proprio dagli esposti presentati da Zeno alla magistratura è scaturita l’inchiesta milanese per falso in bilancio che coinvolge la stessa Santanchè, il suo compagno Dimitri Kunz e altre 15 persone. Secondo l’accusa, la ministra avrebbe diffamato pubblicamente Zeno, scatenando così l’azione legale. La data fissata per l’inizio del processo è il 16 settembre 2025. Sullo sfondo rimane il procedimento milanese, dove Santanchè risponde di irregolarità contabili legate alla gestione di Visibilia, società editoriale e pubblicitaria di cui è stata fondatrice e amministratrice.
Le frasi incriminate pronunciate nell’aula del Senato
Il giudice Sabella, dopo aver visionato le memorie presentate dai legali, ha ritenuto che la condotta contestata a Santanchè non rientrasse nelle prerogative costituzionali a garanzia di ministri e parlamentari e che le frasi incriminate, pronunciate il 5 luglio 2023 nell’aula del Senato riferendo alle Camere sulla vicenda Visibilia che la vedeva all’epoca indagata, potrebbero avere carattere lesivo dell’onore e della reputazione del socio di minoranza dell’azienda dai cui esposti sono nati le indagini penali. Zeno, persona offesa dal reato, è assistito dall’avvocato Antonio Piantadosi, mentre la ministra del Turismo è difesa dall’avvocato Nicolò Pelanda.
Da dove nasce l’inchiesta Visibilia
Daniela Santanchè, il suo compagno Dimitri Kunz e altri 15 fra manager e dipendenti, sono tutti accusati in concorso di aver nascosto “al pubblico le perdite” milionarie, cumulate fra 2016 e 2022, dalle società Visibilia Editore spa e Visibilia Editrice srl (che hanno patteggiato in udienza preliminare) e per gli anni 2019-2020 della Visibilia srl in liquidazione (rinviata a giudizio con intervenuta prescrizione per i bilanci precedenti) e di aver mascherato la “sistematica incapacità” di “produrre reddito” per trarre un “ingiusto profitto” evitando sia le “costose ricapitalizzazioni” quanto gestioni più prudenti nei conti delle aziende. Con Santanchè sono imputati fra gli altri il compagno Dimitri Kunz, l’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero. È il 2 novembre 2022 e sono appena arrivate le cartelle dall’Agenzia delle Entrate su 984mila euro di Irpef, ritenute e iva che secondo i magistrati hanno aperto la strada allo “stato di insolvenza” dell’allora società quotata in borsa che edita riviste come Ciack, Visto, Novella2000.
Durante una telefonata, l’ex presidente del collegio sindacale, Massimo Gabelli, in chiamata con Kunz esordisce: “Ci hanno contestato il debito, e quello lo paghi. Invece questa roba qui, che è l’avviamento (…) non lo so se riusciamo a chiuderla in fase istruttoria o se finiremo a processo. Dipenderà anche dal pm, dal contesto, se una volta che hai pagato questo importo diventa una persona dialogante che usa la testa perché la gdf non l’ha voluta usare”. Proprio l’avviamento (il valore intrinseco di una società legato alla capacità di produrre reddito) ha rappresentato l’elemento per gli inquirenti da cui far partire la slavina penale, nata dagli esposti sulle “gravi irregolarità” presentati dai soci di minoranza, che chiedono risarcimenti e sono costituiti parte civile nel processo, capeggiati dal finanziere delle Bahamas, Giuseppe Zeno. Iscritto a bilancio per 3.864.294 euro, per i pm l’avviamento avrebbe dovuto essere integralmente svalutato già al 31 dicembre 2016, con conseguente discesa societaria nel territorio del patrimonio netto negativo e il rischio di portare i libri in tribunale diversi anni fa.
Un altro fallimento per le società gestite da Santanchè
Intanto è fallita un’altra società della galassia un tempo gestita da Daniela Santanchè. Il Tribunale di Milano ha aperto la procedura di liquidazione giudiziale nei confronti della Ki Group Holding spa, una delle aziende del gruppo di bio-food Bioera-Ki Group. I giudici della sezione fallimentare De Simone-Vasile-Pipicelli hanno accolto la richiesta dei pubblici ministeri Luigi Luzi e Marina Gravina, assegnatari dei fascicoli che vedono la ministra del Turismo imputata di falso in bilancio per i conti 2016-2022 della Visibilia e di truffa ai danni dell’Inps per la vicenda della cassa integrazione Covid erogata sotto pandemia. Santanchè è anche indagata per bancarotta per il crac della Ki Group srl e dopo il fallimento della Holding spa potrebbe arrivare una nuova accusa identica.