Nordio è stato al Copasir. Lavori in Parlamento sospesi fino a martedì
E’ andata a vuoto la richiesta delle opposizioni che pretendevano un’informativa del governo in Parlamento in merito al caso Almasri. Il ministero della Giustizia in mattinata ha fatto sapere che Carlo Nordio non andrà né alla Camera né al Senato per riferire su quanto accaduto.
Ieri la premier Giorgia Meloni aveva annunciato di aver ricevuto un avviso di garanzia (in realtà ha ricevuto la notizia della denuncia) per ciò che è successo con il capo della polizia giudiziaria libica, ricercato dalla Corte penale internazionale in quanto responsabile di crimini contro l’umanità e crimini di guerra. L’uomo, arrestato a Torino, nei giorni scorsi è stato scarcerato e rimpatriato in Libia con un volo di Stato.
Ministri e Meloni scelgono come legale Bongiorno

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, della Giustizia, Carlo Nordio, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti, Alfredo Mantovano, secondo quando si apprende hanno deciso congiuntamente di nominare quale unico legale l’avvocato Giulia Bongiorno. “Una scelta che sottolinea la compattezza del governo anche nell’esercizio dei propri diritti di difesa”, viene spiegato. Bongiorno in mattinata è stata vista entrare a palazzo Chigi.
Nordio al Copasir
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, secondo quanto si apprende, nell’audizione di oggi al Copasir, non ha affrontato la vicenda Almasri. Il titolare di via Arenula era stato convocato da tempo in Copasir ed erano altri i punti all’ordine del giorno come si è anche convenuto nel corso di un’interlocuzione preliminare del Guardasigilli con il presidente del Comitato, Lorenzo Guerini. Il caso Almasri verrà comunque trattato dal Copasir più avanti.
Piantedosi e Nordio: “No informative per segreto istruttorio”
“A seguito delle informazioni di garanzia ricevuta dai sottoscritti, riguardanti le vicende in oggetto, in ossequio alla procedura e nel rispetto del segreto istruttorio, non sarà possibile rendere le informative previste nella giornata di oggi”. È quanto scrivono i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi in una lettera – di cui ha riferito il ministro per i Rapporti con il parlamento Luca Ciriani, al termine della conferenza dei capigruppo – inviata ai presidenti delle Camere in merito alle comunicazioni da tenere sul caso Almasri.
Lavori sospesi fino alla capigruppo
“Ancora una volta il parlamento ha deciso di fuggire dal parlamento, di scappare e non è stata data alcuna disponibilità a riferire, come era previsto oggi, nè dalla premier Meloni né dai ministri Nordio, Piantedosi e Ciriani, con la motivazione che devono studiare le carte” sul caso Almasri. Così la capogruppo del Pd, Chiara Braga, al termine della riunione dei capigruppo di oggi. “Dopo il question time di oggi i lavori si interromperanno ed è convocata una conferenza dei capigruppo martedì alle 13, prima di riprendere i lavori della prossima settimana, per avere garanzie sull’informativa su questo caso e continuiamo a chiedere che la presidente del Consiglio venga a spiegare al Paese e non sui social cosa è successo”, aggiunge Braga.
Schlein: “Vergognoso quanto successo oggi in Parlamento”
“Quello che è accaduto oggi in Parlamento è vergognoso. Giorgia Meloni e i suoi ministri dovevano venire a chiarire in Aula davanti al Paese perché è stato liberato e rimandato in Libia un torturatore libico, che era stato arrestato per un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale. E invece Giorgia Meloni pensa di cavarsela con un video sui social in stile Salvini”, ha commentato in un video su Instagram la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Avevano deciso di mandare i ministri – sottolinea – e oggi anche i ministri sono spariti. C’era qualcuno oggi in Parlamento a fare un’informativa sulla Libia, e sono le vittime delle torture di Almasri, che sono venute con le loro testimonianze a raccontarci cosa ha voluto dire dentro quei centri di detenzione prendere le botte da questo criminale“.
Schlein: “Meloni dica la verità al Paese”
“Giorgia Meloni e i suoi ministri devono dire la verità al Paese su quello che è accaduto. Perché non si possono nascondere dietro altre responsabilità, dietro l’attacco alla magistratura. Perché è evidente che mentono quando negano che è stata una scelta politica del governo italiano liberare e riportare con il rimpatrio più veloce della storia d’Italia questo torturatore libico a casa nel suo Paese”, ha aggiunto la leader dem. “Insieme a tutte le altre opposizioni abbiamo chiesto a Giorgia Meloni e ai suoi ministri di venire a riferire in aula e continueremo a insistere. Per chiarire perché dichiarano la guerra ai trafficanti e poi li riaccompagnano a casa, per chiedere perché il ministro Nordio non ha risposto ai magistrati e la sua inerzia ha prodotto la scarcerazione e non sono andati a riarrestarlo, e perché c’era un aereo già pronto da ore prima ad aspettarlo per riportarlo in Libia. Il ministro Piantedosi – conclude Schlein – ha detto che è un problema di sicurezza nazionale, l’ha detto anche Meloni, ma la domanda è se crea un problema di sicurezza in Italia non lo crea in Libia, dove può continuare a torturare? Noi continueremo ad insistere. Quello che è accaduto oggi in Parlamento è vergognoso”.
Li Gotti: “Non è avviso di garanzia, ma iscrizione”
“Non è un avviso di garanzia. Io ho presentato una denuncia come cittadino, in cui ipotizzavo fattispecie di reato, ed era scontato per legge che la procura facesse l’iscrizione. Non so poi sia stata emessa un’informazione di garanzia, ma posso ritenere che sia accaduta l’iscrizione, perché la denuncia è nominativa e dunque per forza ci deve essere un’iscrizione nel registro degli indagati”. Lo ha detto a ‘È sempre Cartabianca’ su Retequattro l’avvocato Luigi Li Gotti, che il 23 gennaio scorso ha presentato una denuncia alla procura della Repubblica di Roma contro la premier Giorgia Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi e il Sottosegretario Mantovano per il caso Almasri.
La denuncia “l’ho fatta per dignità, perché per me era insopportabile che un boia venisse restituito alla Libia con un aereo di Stato, per continuare a fare ciò che faceva. Violenze, torture, omicidi, questo ha fatto finora e questo continuerà a fare. Non sopporto che possa esserci una longa manus all’estero che possa gestire i centri di detenzione con quei sistemi. Non sopporto che il Paese civile nel quale vivo possa convivere con la barbarie“, ha sottolineato Li Gotti.
Conte: “Ma quali toghe rosse, Lo Voi è nella corrente più a destra della magistratura”
“Sapete che cosa ieri ha fatto di grave” la premier Giorgia Meloni “ed è un’altra fake news? Ha alluso e insinuato che sarebbe l’attacco di una toga rossa. Il procuratore della Repubblica di Roma Lo Voi sapete chi è? Io non ricordo di avere una conoscenza personale e di non averlo mai incontrato, però oggi leggiamo che è nella corrente più a destra della magistratura. Nel 2010 è stato nominato dal governo Berlusconi a Eurojust in cui c’era Meloni ministra della Gioventù, politica di lungo corso”. Lo ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte, durante una diretta social.
“Il punto più grave della vicenda: Meloni e il ministro Nordio, quindi, il governo si è assunto la responsabilità politica di compiere un atto gravissimo, di non dare seguito al mandato della Corte penale dell’Aia. Così facendo loro, consapevolmente e deliberatamente, hanno deciso di schiaffeggiare la legalità e la giustizia internazionale. Il governo ha deciso di tutelare e proteggere un criminale che, agli occhi della Corte, per gli accertamenti sin qui fatti, è sospettato di aver compiuti gravi crimini di guerra contro l’umanità, addirittura stupri di bambini di cinque anni. Io dico: Meloni, tu che sei madre, che sei donna e che ti riempi la bocca di questi slogan, come hai potuto renderti complice e compiere questo atto politico gravissimo?” ha detto ancora Conte.
“Dal punto di vista logico, morale e giuridico, chi ha il dovere di impedire in questo caso la liberazione di un criminale, chi avrebbe dovuto dar seguito di eseguire il mandato di arresto e non lo fa, significa che si rende complice morale di Almasri e tutte le nefandezze, Meloni, Nordio, Piantedosi, che lui conterà a compiere in Libia da quando l’avete liberato”, ha aggiunto.
Opposizioni abbandonano il Senato per protesta
Le opposizioni, dopo aver a lungo protestato e richiesto l’intervento del governo sul caso Almasri, hanno abbandonato l’Aula del Senato. “Al momento le informative dei ministri Nordio e Piantedosi sono ancora confermate, nonostante si sappia già che non verranno in Aula. Il dilettantismo, l’approssimazione e il vittimismo di questa maggioranza ha ormai superato il livello di guardia, il Senato oggi è stato il teatro dell’assurdo”.
“Siamo davanti a uno scandalo internazionale e a un governo che fornisce dieci versioni diverse dell’accaduto e scappa come un coniglio davanti al Parlamento. Per decenza istituzionale abbiamo abbandonato l’Aula”, ha commentato in una nota la vicepresidente del gruppo Movimento 5 Stelle al Senato, Alessandra Maiorino.
Nordio non sarà in Parlamento per l’informativa
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio non sarà oggi alla Camera e al Senato per le informative previste sul caso Almasri. Lo conferma via Arenula. Il titolare della Giustizia verrà audito, invece, alle 13, come da programma, dal Copasir. Sarà, con ogni probabilità, la conferenza dei capigruppo di Montecitorio convocata alle 14 ad ufficializzare il rinvio delle informative di Nordio e del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sul caso della scarcerazione del generale libico.
Conte: “Meloni bugiarda seriale, fa la vittima”
“Noi a Palazzo Chigi abbiamo un presidente del Consiglio, una donna premier bugiarda, una bugiarda seriale, una cartomante che mischia le carte e, purtroppo, non è la prima volta”, ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte, durante una diretta social. “E’ una tecnica precisa per distrarre la nostra attenzione dal fatto che in legge di Bilancio tolgono 100 euro al mese a chi guadagna 700-750 euro, dal problema del carovita e del caro bollette, il caro energia, vari aumenti come per le autostrade, abbiamo 21 mesi di crollo della produzione industriale e non si vede nulla sulle liste d’attesa. L’obiettivo è distrarci e accreditarsi come vittima di un complotto, addirittura questa volta internazionale”.
Caso Almasri, le opposizioni scrivono a Fontana
“A seguito della notizia appresa a mezzo stampa, nella serata di ieri, dell’annullamento dell’informativa dei ministri della Giustizia e dell’Interno in merito alla nota vicenda del cittadino libico Almasri, le chiediamo l’immediata convocazione della Conferenza dei capigruppo“, hanno scritto al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, Chiara Braga (Pd), Riccardo Ricciardi (M5S), Luana Zanella (Avs), Matteo Richetti (Azione), Davide Faraone (Iv) e Riccardo Magi (Più Europa).
“Riteniamo, infatti, che tale questione, indipendentemente dal suo risvolto giudiziario, richieda chiarimenti adeguati ed esaustivi da rendere tempestivamente in sede parlamentare. Non ci sono giustificazioni plausibili per sottrarsi al confronto nella sede preposta su un tema così grave e rilevante per il Paese; tentare di eludere le proprie responsabilità è un comportamento intollerabile e irrispettoso nei confronti delle istituzioni democratiche. Confidiamo, pertanto, in una immediata convocazione della riunione dei capigruppo, prima di procedere all’inizio dei lavori dell’Assemblea, al fine di confermare la già prevista informativa del governo”, hanno aggiunto.
Arianna Meloni: “Avanti sorella mia, sei il nostro orgoglio”
In soccorso della premier è arrivata la sorella, Arianna Meloni. “Anni di vergogna, derisione, rassegnazione. Poi l’Italia rialza improvvisamente la testa. Fiera, rispettata, ascoltata, guardata come un modello. Tante cose ancora da risolvere, certo, ma una speranza che improvvisamente divampa”, ha scritto su Instagram la responsabile della segreteria politica e del tesseramento di Fratelli d’Italia dopo la bufera sul caso Almasri.
“Un orgoglio che torna, impetuoso, e tante, tante persone che si rimettono a remare, tutte nella stessa direzione. Si può fare! Si può ancora stupire e crescere! Si può tornare grandi! Solo che alcuni non lo possono accettare. Perché in un’Italia così non c’è più spazio per la meschinità. E perché, per alcuni, dovessero anche rimanere solo macerie, l’importante è continuare a perpetuare la loro fetta di potere”. “Ma la storia è fatta di uomini e donne, di piccoli passi e scelte quotidiane. È tempo che le persone perbene di questa martoriata Nazione scelgano da che parte stare. Avanti sorella mia, sei il nostro orgoglio!”.
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Vertice del governo a Palazzo Chigi
Nel frattempo l’esecutivo si è riunito a palazzo Chigi. Secondo quanto si apprende è in agenda un vertice tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini e altri ministri tra cui quello dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il focus, a quanto si apprende, dovrebbe essere il dossier immigrazione.
Anm: “Disinformazione su caso Almasri, ridicolo pensare a ritorsione”
Sul caso Almasri “si è fatta disinformazione parlando di un avviso di garanzia che suppone, in realtà, che ci sia un atto dell’indagine, tant’è che è una comunicazione che in qualche modo coinvolge anche il difensore dell’indagato in relazione a un atto che può essere un interrogatorio o un atto irripetibile. Nulla di tutto questo e mi stupisce che si sia parlato pubblicamente anche da parte di esponenti del governo di avviso di garanzia, quando la legge costituzionale del 1989 prevede tutt’altro in ipotesi di questo tipo”. Lo ha detto il segretario dell’Anm, Salvatore Casciaro, a ‘Omnibus’ su La7.
C’è una ritorsione nei confronti del governo per via della riforma della giustizia? “E’ semplicemente ridicolo. In realtà, c’è stata una denuncia che è stata presentata e una legge costituzionale, la n. 1 del 1989, prevede che la procura non possa svolgere delle indagini ma si limiti a recepire la notizia di reato e trasmettere gli atti. La comunicazione di iscrizione è un atto dovuto a garanzia del ministro indagato o dell’esponente del governo indagato, tant’è che viene invitato a presentare delle memorie dinanzi al cosiddetto Tribunale dei ministri, il quale svolgerà le sue indagini”, ha sottolineato Casciaro.
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