Bertolini ed Eccher: "Violazione dei principi costituzionali di imparzialità e indipendenza"

Le consigliere laiche del Csm Isabella Bertolini e Claudia Eccher chiedono l’apertura di una pratica in prima commissione a Palazzo Bachelet “anche ai fini di eventuali profili disciplinari” nei confronti del segretario nazionale dell’associazione Magistratura democratica, Stefano Musolino. La richiesta arriva come conseguenza della partecipazione di Musolino a una manifestazione pubblica, contro il Ponte sullo Stretto, tenutasi il 19 e 20 ottobre a Villa San Giovanni (Reggio Calabria). Le consigliere, elette in quota Forza Italia e Lega, fanno riferimento a un articolo pubblicato su Libero con il titolo ‘Toh, una toga rossa a un evento contro il governo’, nel quale vengono riportate alcune delle affermazioni espresse da Musolino durante l’evento, come “siamo molto preoccupati“, “esiste un problema di gestione del dissenso che non può essere affrontato attraverso strumenti penali” . E ancora, “non si possono inventare nuove norme per radicalizzare il dissenso e addirittura criminalizzarlo”. Le due consigliere ricordano anche che nei giorni successivi alla manifestazione Musolino ha partecipato alla trasmissione televisiva Piazza Pulita, su La7. “Le scriventi – si legge nella richiesta di apertura della pratica – ritengono che tali affermazioni di contenuto politico rappresentino una violazione dei principi costituzionali di imparzialità e indipendenza che secondo la Costituzione tutti i magistrati debbono osservare, avendo i costituenti previsto una magistratura apolitica e professionale”.

Santalucia: “Contro Musolino è richiesta silenzio, inaccettabile”

“Questa non è più pretesa di imparzialità, è richiesta di silenzio e questo non è accettabile. Il magistrato può, sui temi di giustizia, intervenire argomentando, perché è il nostro specifico campo professionale. Non si può chiedere, in nome dell’imparzialità, il silenzio”. Così il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia, a margine del Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati, rispondendo alle domande dei cronisti in merito alla richiesta di apertura di un procedimento disciplinare nei confronti del segretario di Magistratura Democratica Stefano Musolino da parte di due consigliere laiche del CSM. “L’imparzialità è una prerogativa a difesa dei cittadini – aggiunge il presidente – ma chiediamo che sia possibile esercitare i nostri diritti fondamentali di cittadini. Si sta oltrepassando il confine del possibile: una cosa è l’imparzialità, una cosa è la soggezione silenziosa al governo. Non è nella cifra della nostra fisionomia costituzionale democratica”.  “Qual è lo spazio in cui un magistrato può esprimersi? Me lo chiedo anch’io”, risponde quindi Santalucia, che poi conclude: “Forse fare associazionismo giudiziario diventa agli occhi di qualcuno un modo per venir meno ai doveri di imparzialità. Ma allora dovrebbero processarci disciplinarmente tutti. Credo ci siamo un momento di grande confusione. Lo spazio lo abbiamo tracciato noi, forti della giurisprudenza costituzionale e dei moniti della presidenza della Repubblica nel nostro congresso: parlare se e quando la parola del magistrato ha un senso” e in questo senso, ‘se nemmeno questo si può fare credo che il clima stia raggiungendo una sorta di inaccettabilità preoccupante”. 

Bertolini ed Eccher: “Nessuna voglia di bavaglio”

Non c’è alcuna voglia di ‘bavaglio’ o di ridurre al ‘silenzio’ i magistrati. La nostra richiesta di apertura pratica nei confronti del dottor Stefano Musolino, attuale procuratore aggiunto presso la Procura di Reggio Calabria, in queste ore è – purtroppo – oggetto di una grave strumentalizzazione anche da parte dei vertici dell’Associazione nazionale magistrati“, hanno replicato con una nota Eccher e Bertolini. “Il dottor Musolino, ricordiamo, aveva partecipato nei giorni scorsi ad un convegno organizzato da una associazione contraria alla costruzione del Ponte sullo stretto presso un centro sociale di Reggio Calabria. Durante tale incontro, il dottor Musolino, come riportato da alcuni organi di informazione, aveva espresso forti critiche nei confronti dell’operato del governo per quanto riguarda le politiche in materia di gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica. Ci piace ricordare che i cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, secondo l’articolo 54 della Costituzione, con ‘disciplina’. E la disciplina dell’ordinamento giudiziario impone al magistrato il prerequisito della indipendenza e della imparzialità. Prerequisito che inevitabilmente si ‘annacqua’ nel momento in cui egli decide di prendere posizione su temi che spettano solo e soltanto alla politica“.

 

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