Fratelli d'Italia si è confermato primo partito mentre il Pd è arrivato secondo, con cinque punti percentuali in più rispetto alle Politiche

Giorgia Meloni ‘chiama’, Elly Schlein risponde. A urne chiuse e risultati consolidati alle elezioni europee, il copione non cambia. La premier e la segretaria Pd si cercano l’un l’altra (si sentono anche al telefono “per uno scambio di complimenti reciproci”), dimostrando di trovarsi più che bene nei panni di avversarie. “Ci hanno visto arrivare ma non sono stati in grado di fermarci”, aveva chiuso ieri la leader FdI dal Parco dei Principi. Immediata, oggi, la replica di Schlein: “Abbiamo cinque punti percentuali in più rispetto alle Politiche, due in più rispetto alle scorse Europee. Siamo in termini di voti assoluti, insieme ad Avs a cui vanno i nostri complimenti, i soli a crescere. Questo vuol dire che accorciamo la distanza da Giorgia Meloni. Erano due milioni di voti alle Politiche, ora ci divide solo un milione di voti. Il messaggio è chiaro: ‘Meloni stiamo arrivando'”, dice chiaro. Non solo. “E’ vero che loro sono cresciuti in termini percentuali, ma non sono cresciuti in termini assoluti. Non li abbiamo ancora fermati, ma di certo li abbiamo rallentati. Il voto delle Europee di solito rafforza chi sta al governo, la soglia del 30% non è arrivata”, la frecciatina rivolta alla presidente del Consiglio.

Schlein: “L’obiettivo era fermare le destre e lo abbiamo raggiunto”

La segretaria Elly Schlein in conferenza stampa nella sede del Partito Democratico in via del Nazareno

Meloni a parte, però, Schlein è pronta a giocare una doppia partita. La prima in Europa, nella costruzione della nuova maggioranza. “L’obiettivo era fermare le destre e lo abbiamo raggiunto. Ci sono segnali preoccupanti dell’avanzare dei nazionalisti ma non hanno i numeri per costruire un’alternativa”, esulta la leader dem, che poi mette in chiaro la volontà di “far pesare ogni voto del gruppo S&D” nella trattativa con il Ppe sul futuro delle istituzioni europee. C’è poi la partita da giocare in Italia. Schlein, raggiungendo il 24% (e conquistando 250mila voti assoluti in più rispetto alle Politiche), ha di fatto chiuso prima che si aprisse una possibile contesa interna: la sua leadership è salda oggi ancor di più che dopo le primarie. Non solo. Con le preferenze conquistate da Roma in giù, sono tanti i dirigenti dem che già intonano sorridenti un nuovo possibile slogan: ‘Pd da partito della ztl a partito del sud’. “E’ tutta un’altra narrazione. Siamo tornati a occuparci delle persone e questo ha pagato e siamo primi anche tra i giovani”, è il refrain.

Schlein: “Non è tempo di divisioni o veti”

“Speriamo il risultato abbia convinto tutti, e dico tutti, che non è tempo divisioni, né dei veti“, ha affermato la leader dem durante l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari del Pd, dove è stata accolta da un lungo applauso. “Questo risultato sancisce che senza comunità democratica non c’è alternativa possibile”. 

La frecciatina alle opposizioni

All’esterno, però, il ‘progetto’ è tutto da costruire. La segretaria Pd gioca facile con un M5S parecchio ridimensionato (fermo al 9,99%) e prova sin da subito a dare le carte: “Lavoriamo in modo testardamente unitario per costruire l’alternativa alle destre nel Paese. Come prima forza di opposizione e perno assoluto dell’alternativa sentiamo la responsabilità che questo voto affida, le forze di opposizione superano quelle di maggioranza“, insiste. La leader dem rivendica di aver ‘ribaltato’ i rapporti di forza rispetto al suo arrivo al Nazareno e non dimentica di punzecchiare i potenziali alleati: “Avere un atteggiamento unitario è stato premiato, e non parlo solo del Pd. Noi non abbiamo la presunzione di essere autosufficienti, vogliamo lavorare con le altre forze. Non mettiamo veti, non intendiamo subirne. Mi sembra chiaro però – sottolinea – che le divisioni non pagano. Perseverare nella strada della divisione o della competizione con il Pd, non credo porti a un risultato diverso rispetto a quello di ieri”. Non solo Conte, quindi. La frecciatina è rivolta anche a Emma Bonino, Matteo Renzi e Carlo Calenda, impegnati a combattersi a vicenda e a contrastare il Pd più che la destra. La rotta della segretaria, anche in questo caso, però, non cambia: “L’unità non si costruisce a tavolino ma si può costruire – assicura – se affrontiamo concretamente alcuni temi su cui far convergere le nostre posizioni”. Avanti insieme, quindi. Perché Meloni è ancora davanti ma adesso sembra raggiungibile e Schlein ‘sogna’ il sorpasso.

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