Lo scrittore ha poi parlato in un incontro a Milano: "Fascismo? Ciò che doveva tornare è già qui". Ma la maggioranza definisce ancora "strumentali" le polemiche

Lo scrittore Antonio Scurati torna a parlare dopo il caso della mancata lettura del suo monologo sul 25 aprile nella trasmissione Rai ‘Che Sarà’ di Serena Bortone. Lo fa con un’intervista all’emittente tedesca Ard, in cui spiega così i motivi che secondo lui hanno portato alla decisione da parte della Rai: “Ho criticato il fatto che durante i 19 mesi del governo Meloni, la presidente del Consiglio ha insistito nel leggere la storia secondo il suo background neofascista, in altre parole: ha scaricato la colpa delle stragi e degli eccidi sui nazisti tedeschi, anche se i fascisti di Salò erano complici e collaborazionisti“. Nell’articolo sul suo portale Tagesschau, l’emittente tedesca racconta lo “scandalo mediatico attorno a Scurati” che “si sta diffondendo ampiamente” e riporta dello stato di agitazione annunciato dall’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. Ard riporta anche che “secondo la Rai, il contratto con lo scrittore Scurati è stato annullato a causa della sua elevata richiesta di compenso, che sarebbe stata di 1.800 euro” ma che “per Scurati si tratta di un volgare pretesto, di una menzogna. La somma che Meloni aveva indicato non era corretta”. Scurati ha detto ancora: “Lei (Meloni, ndr) lancia un attacco personale e così sposta il problema. Io la scredito, la insulto, la attacco personalmente”, facendo poi un paragone con la storia e dicendo che “100 anni fa questo era il metodo fascista. Non si parlava di contenuti, ma si attaccava la persona”.

“Rai sempre più dipendente dal governo”

“Il fatto che in Italia i partiti rivendichino l’accesso diretto all’emittente pubblica Rai non è una novità. Ma nell’ambito di una riforma giuridica, dal 2016 l’istituzione è diventata sempre più dipendente dal rispettivo governo“, scrive ancora Ard, aggiungendo che “poco dopo l’insediamento del governo Meloni, nell’ottobre 2022, sono stati sostituiti manager influenti e se ne sono andati noti giornalisti e conduttori come Fabio Fazio, Bianca Berlinguer e Lucia Annunziata. Adesso anche Amadeus ha voltato le spalle alla Rai; il popolare conduttore ha più volte ottenuto ascolti da sogno con i suoi programmi”. L’emittente tedesca scrive che il governo italiano “sta cercando di aumentare la propria influenza. Ai ministri del governo Meloni, ad esempio, andrebbe concesso più tempo di parola nella campagna per le elezioni europee. Ciò metterebbe a repentaglio la cosiddetta legge ‘par condicio’“. E aggiunge: “La resistenza è stata massiccia e per il momento i piani sono apparentemente fuori discussione”, riportando poi le dichiarazioni della segretaria generale del sindacato dei giornalisti Fnsi, Alessandra Costante, secondo la quale “lo spazio per un’informazione libera e indipendente sta diventando sempre più piccolo”.

Scurati: “Ciò che doveva tornare è già qui”

Lo scrittore è poi intervenuto per ribadire la sua posizione in un incontro a Milano dal titolo ‘Come sta la democrazia’. “Non torna più il fascismo delle camicie nere con il manganello, non verranno più a bussare alle porte. Quello che doveva tornare è già qui, oggi, ieri. In tante piccole e grandi cose”, ha detto l’autore. A due anni dal suo testo ‘Fascismo e populismo’, Scurati parla di un bilancio “spero sia provvisorio, ma il prossimo potrebbe essere anche peggio“. Ha argomentato che “dal punto di vista dello scrittore, dell’intellettuale che dieci anni fa iniziò a lavorare ai romanzi su Mussolini è positivo perché significa che ci avevo visto giusto, perché evidentemente non ero fuori strada. Dal punto di vista dell’uomo, del privato cittadino, è negativo perché ci avevo visto giusto”. Per Scurati, occorre “smettere di guardare il fascismo nella violenza fisica, omicida e stragista“, ma bisogna guardarlo nell’ottica di una “eredità di lungo periodo che è pericolosa per la democrazia che deriva da altre caratteristiche del mussolinismo e viene mutuato dal populismo”. Si possono, dice, trovare alcuni esempi “a cominciare dal primo assunto del capo populista che dice: ‘Il popolo sono io’. E allora a cosa serve il Parlamento? È vecchio, pletorico, decrepito, corrotto, inetto“. Ha sottolineato: “Tutti i populisti, di destra, centro e sinistra esercitano, nella fase movimentista, una virulenza polemica anti parlamentare“. 

Scurati: “Spostare dal piano delle argomentazioni a personale è fascista”

Spostare dal piano delle argomentazioni, del confronto, al piano personale parlando di questioni economiche, quasi come se fossi un estorsore, è fascista“, ha poi ribadito Scurati parlando della controversia sul suo monologo. “Lo ho toccato con mano negli ultimi giorni, anche se in precedenza non sono mancate occasioni in questi ultimi 19 mesi, anche per me come per molti altri, di subire l’oltraggio, l’aggressione verbale, la denigrazione da parte di esponenti del governo e delle istituzioni, giornalisti squadristi e fiancheggiatori“, ha affermato. 

Romeo (Lega): “Tutti antifascisti ma a sinistra serve polemica”

Gli esponenti della maggioranza, intanto, smentiscono che il caso Scurati costituisca un episodio di censura e parlano di polemiche strumentali da parte della sinistra. “Sono le polemiche che tutti gli anni ci sono sul 25 aprile, tutti gli anni c’è sempre qualche episodio che serve per far polemica“, ha detto a LaPresse il capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo, in Transatlantico alla Camera dove il Parlamento è riunito in seduta comune per l’elezione di un giudice costituzionale. Il 25 aprile, ha aggiunto, “dovrebbe essere la festa di tutti. Siamo tutti antifascisti, basta con tutti questi pericoli, minacce…dopo tutti questi anni dovrebbe essere la festa della riconciliazione, dello stare tutti insieme e invece purtroppo diventa come sempre la festa della propaganda per una parte politica che evidentemente ha bisogno di queste cose per poter rimanere viva, visti i risultati”. 

Gasparri (Forza Italia): “Nessuna censura, solo problema compenso”

“Scurati è stato invitato alla trasmissione Rai. Poi c’è stata una discussione tra chi gestisce il programma e chi fa i contratti. In Rai c’è una struttura che si occupa dei contratti e dei compensi. Da quello che io ho appreso, ma vedremo poi l’8 maggio nell’audizione, che comunque era già programmata, dove credo verranno l’amministratore delegato e il direttore generale, pare che ci sia stata una non volontà di avere un pagamento di questa presenza. Alcune presenze sono gratuite, come quelle dei politici, altre a pagamento. Hanno discusso 1.500-1.800 euro. La direzione competente ha ritenuto che non ci dovesse essere un compenso, sia perché era una prestazione breve in cui lui esprimeva un suo pensiero, che è suo diritto esprimere, ma poi sul compenso non sono questioni che dipendono da noi”. Questa invece la ricostruzione dei fatti da parte del capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri. “La Rai ha le sue regole. A un certo punto ha comunicato alla trasmissione che per ragioni editoriali non si poteva fare il pagamento. Nella loro terminologia editoriale non vuol dire ‘il contenuto’, questo lo potranno spiegare i dirigenti Rai, ma vuol dire il tipo di trattamento. Questo viene mandato nel pomeriggio di venerdì, i documenti ci sono. La trasmissione, a firma della responsabile del programma, manda alla direzione approfondimenti la scaletta del programma, con scritto accanto ai nomi degli ospiti se è t.o., trattamento oneroso, o t.g., trattamento gratuito. Accanto al nome Scurati c’è scritto t.g. Ho approfondito la questione. Poi hanno mandato la scaletta alle 17.50 di venerdì, poi hanno mandato il comunicato stampa alle 17.52 per annunciare gli ospiti. La direzione approfondimenti conferma con una mail di risposta il comunicato poco dopo le 18″, ha aggiunto. “Quindi – ha concluso Gasparri – la trasmissione che si lamenta della censura: primo, non c’è nessun documento dove c’è scritto che Scurati non poteva andare; poi hanno ricevuto la mail di conferma del comunicato, con la scaletta degli ospiti. Quindi a trattamento gratuito Scurati poteva andare lì a parlare in diretta. Non c’è alcun atto che dimostri che è stato detto che non poteva andare, anzi c’è la conferma del documento fatto dalla trasmissione, che era a trattamento gratuito. Queste carte ci sono, inviterei tutti alla prudenza. È stato detto qualcosa di non vero, e verrà fuori in Vigilanza. Questa è la verità, il resto sono iniziative politiche”.

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