Vicepremier leghista 'accusato' di avere, con il suo partito, un'intesa di vecchia data con 'Russia Unita' di Putin
Arrivano al voto nell’Aula della Camera le mozioni di sfiducia delle opposizioni nei confronti dei ministri Matteo Salvini e Daniela Santanchè. Un attacco frontale a due membri dell’esecutivo Meloni, che porta la maggioranza a compattarsi a difesa del vicepremier e leader leghista e della ministra del Turismo. La prima mozione ad arrivare alla votazione per appello nominale, bocciata in serata dalla maggioranza dei deputati con 211 no, è quella nei confronti del ministro delle Infrastrutture, mentre l’altra sarà il primo punto all’ordine del giorno dell’Aula domani mattina.
Salvini è ‘accusato’ di avere, con il suo partito, un’intesa di vecchia data con il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, mai di fatto sciolta. Ma in mattinata è il vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa, a ricordare che “le parole di Salvini sono state chiare, nel momento in cui Putin aggredisce uno Stato è chiaro che non può più essere un alleato della Lega, partendo dal presupposto che i rapporti tra Salvini e Putin erano meno frequenti rispetto a quelli tra Putin e Calenda. Salvini ha detto ‘ci sono state delle elezioni, punto’. Poi la strumentalizzazione giornalistica nei confronti di Salvini è sempre propensa a farlo passare come quello che non è”.
Diverso il caso di Santanchè, che è indagata per una truffa sulla cassa Covid. Se dovesse esserci un rinvio a giudizio della ministra “deciderà Meloni. Santanchè è un ministro di Fratelli d’Italia, noi siamo garantisti, poi la presidente del Consiglio, che è segretaria di Fratelli d’Italia, di fronte a un rinvio a giudizio deciderà. Non è la Lega che deve entrare nelle questioni degli altri partiti”, dice lo stesso Crippa. “Volere attaccare un ministro di questo governo per un accordo del proprio partito stipulato nel 2017, un’era fa, e che di fatto non è mai stato implementato, è francamente risibile”, sottolinea il capogruppo di FI, Paolo Barelli, in dichiarazione di voto su Salvini.
Le opposizioni attaccano, ponendo soprattutto l’accento sull’inopportunità per i due ministri di restare al loro posto ‘ledendo’ le istituzioni. “Non so valutare se” le mozioni di sfiducia “hanno come effetto quello di compattare il governo. Certo sarebbe un compattamento ‘in peius’, cioè su una base sicuramente di lesione della dignità delle istituzioni, del decoro delle istituzioni e dell’onore e del rispetto che si deve alle istituzioni, perché se il compattamento avviene per una solidarietà di partito o di coalizione, per mascherare comportamenti che al di là delle responsabilità penali sono assolutamente gravi sul piano della responsabilità politica ed etica, io dico che il governo non sta facendo un buon servizio all’Italia anche in un contesto internazionale”, sottolinea il leader del M5S, Giuseppe Conte. In Aula prende la parola per il Pd Lia Quartapelle, che sottolinea come “la prima a fare questa scelta”, non fidarsi cioè fino in fondo di Salvini per i suoi rapporti con la Russia, “è stata Giorgia Meloni: non è sfuggito a nessuno che non ci sono uomini della Lega nei ministeri chiave come Esteri e Difesa”.
Distinguo invece in Italia Viva, perché Matteo Renzi spiega che il suo partito vota “sì alla sfiducia a Salvini perché contesta il posizionamento politico di Salvini sulla Russia”, anche se, sottolinea, “ci scappa da ridere a pensare che questa mozione sia firmata anche da Giuseppe Conte, che ha fatto entrare i soldati russi in Italia senza alcuna logica”. Italia Viva, domani alla ripresa dei lavori, non voterà invece a favore della sfiducia a Santanchè “perché quella è una trasformazione del Parlamento in un tribunale”.Diversa la posizione di Azione: “Su Salvini e Santanché non si tratta di garantismo, ma di argomenti politici. Non possiamo avere un viceministro che ha un accordo in essere con Putin e una ministra del Turismo che imbarazza il Paese”, dice Carlo Calenda.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata