Il 'Doge' non sembra intenzionato a correre per un posto all'Europarlamento. Tajani 'sponsorizza' Tosi per il Veneto
La battaglia per il terzo mandato continua, ma per il futuro di Luca Zaia il leader leghista e vicepremier, Matteo Salvini, ha un’idea: “Zaia potrebbe fare tutto quello che vuole. Lui ama il Veneto. Se portiamo a casa l’autonomia, le Olimpiadi e altri progetti suoi e della Regione, visto che nei prossimi anni molti degli snodi fondamentali passano per l’Ue, anche un difensore del Veneto in terra d’Europa potrebbe essere utile“. Ma si accende in contemporanea un derby all’interno del centrodestra per la conquista della regione guidata dal ‘Doge’, che non sembra però intenzionato a correre per un posto all’Europarlamento.
Per Fratelli d’Italia sarebbe un trionfo piazzare una bandierina in una roccaforte storica del Carroccio, ma non mancano neanche gli appettiti di Forza Italia. “Abbiamo un partito forte, superato un periodo di crisi, ora abbiamo una rete organizzativa molto efficiente e anche un leader regionale che può benissimo essere candidato alla presidenza della Regione. Mi riferisco a Flavio Tosi. Vedremo, ne parleremo, si discuterà, noi abbiamo le nostre carte da giocare, con grande rispetto nei confronti degli alleati, ma il rispetto che noi abbiamo deve anche essere riservato a noi”, dice il vicepremier e segratario azzurro Antonio Tajani. Il quale, sul testa a testa all’interno della coalizione anche in vista delle europee, invece evita di gettare benzina sul fuoco: “Salvini non ha nulla da temere, soprattutto da Forza Italia. Anche in Abruzzo la Lega ha avuto un risultato dignitoso e positivo, FI è andata molto bene. Il mio obiettivo è far crescere Forza Italia, io non voglio andare a cercare di rubare voti a destra di FI”.
E non solo. Salvini, che non vuole sentir parlare di fronda interna alla Lega (“un attacco giornalistico”), assicura che c’è “totale sintonia” con la premier Giorgia Meloni e, nel contempo, sottolinea: “L’autonomia farà bene a tutta Italia, non solo ai veneti e ai lombardi che l’hanno chiesta e, quindi, noi porteremo a casa nei tempi previsti l’autonomia che serve al Paese. Prima o dopo le europee? Il prima possibile. Sarà una riforma epocale per i prossimi cento anni”.
Sul fronte dei lavori parlamentari, per il ddl Autonomia, già approvato dal Senato, si attende la capigruppo della Camera del 27 marzo per capire come procederà l’iter. Ma il governatore della Lombardia Attilio Fontana ammette che “non c’è tempo per l’approvazione prima delle Europee”.
Sul terzo mandato la Lega sembra invece non voler mollare. Salvini fa notare che in Senato “abbiamo votato da soli per lasciare che i bravi sindaci e i bravi governatori possano continuare” a lavorare. “Se tutti gli altri, da Fratelli d’Italia al Pd, da Forza Italia al M5S hanno detto di no, è chiaro che da soli non ce la facciamo”. Un blitz? Giammai. “È da mesi – rimarca il leader di via Bellerio – che noi proponiamo il terzo mandato in commissione, in Aula, alla Camera e al Senato. Se un blitz dura un anno non è un blitz”. E il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, assicura a LaPresse che “ci riproveremo e siamo comunque fiduciosi che strada facendo convinceremo il Parlamento”. Certo è che all’interno del Carroccio il dibattito è aperto. “Credo che le europee siano un momento dopo il quale trarre le conclusioni e fare considerazioni anche all’interno del partito. Non credo sia previsto alcun cambio di leadership, anzi speriamo non cambi”, è sempre l’augurio di Fontana. Mentre il deputato e segretario federale della Lega Giovani, Luca Toccalini, confessa a LaPresse: “Il 99% di critiche in questo momento non sono costruttive, che sarebbero fondamentali. Perché poi la Lega non è mai stata una caserma, la dialettica è sempre stata molto importante. Sono critiche totalmente strumentali di persone che hanno perso ruoli, prestigio e stipendi e, quindi, cercano un nemico dove non c’è”.
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