Salvini e Tajani predicano unità nella maggioranza e si dicono "sicuri" che il centrodestra troverà un accordo

Il tempo stringe ma all’orizzonte, nel centrodestra, non si intravede una soluzione al rebus relativo alle elezioni in Sardegna. Sul tavolo della coalizione, al momento, restano infatti ancora due i candidati: il governatore uscente Christian Solinas, sostenuto dalla Lega, e il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, su cui invece punta FdI. E il partito di Giorgia Meloni non sembra voler cambiare idea, nonostante la richiesta esplicitata dal vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa. “Non capisco per quale motivo FdI insiste, serve un passo indietro su Truzzu“, il messaggio spedito a via della Scrofa dal vice di Matteo Salvini, che accusa FdI di aver messo in atto “una fuga in avanti in Sardegna“.

Lollobrigida: “Il nostro candidato è Truzzu”

“Noi non vogliamo strappare, però se qualcun altro forza o strappa poi la responsabilità non è la nostra”, la postilla del deputato leghista, che non scompone più di tanto il ministro Francesco Lollobrigida: “Chiedere è lecito, il nostro candidato è Truzzu“. In FdI si sottolinea che l’obiettivo non è fare “l’asso pigliatutto” alle prossime tornate elettorali ma piuttosto “scegliere i migliori candidati”. Il problema è che per Salvini i migliori candidati restano i governatori uscenti “visto che hanno tutti ben lavorato”, e quindi “è giusto e naturale ricandidarli” o, in caso opposto, rimettere tutto in discussione. Il vicepremier assicura di non essere interessato a “compensazioni” nel caso in cui si arrivasse a un cambio, ma “se qualcuno mi dice ‘non voglio ricandidare Tizio o Caio’ mi deve spiegare perché e dove ha sbagliato perché il centrodestra governa insieme in Sardegna, Basilicata, Abruzzo, Piemonte, Umbria. Detto questo, non decido da solo, sceglieremo al tavolo e come sempre troveremo l’accordo“. Tavolo tra sherpa o tra leader non è ancora chiaro, ma anche l’altro vicepremier, Antonio Tajani, si dice fiducioso: “È ovvio che prima dell’individuazione dei candidati c’è sempre un po’ di fermento, ma sono convinto che alla fine il centrodestra troverà la migliore soluzione possibile“.

Segnali di unità in maggioranza

Sia Salvini sia Tajani concordano poi sul fatto che i prossimi appuntamenti elettorali, tra regionali ed europee, non avranno ripercussioni nei rapporti tra gli alleati. “Non è in discussione la coalizione“, evidenzia il ministro degli Esteri, mentre quello delle Infrastrutture è certo che non ci saranno conseguenze sulla tenuta dell’esecutivo anche se FdI dovesse staccare di molto Lega e FI nel voto di giugno: “Questo governo per cinque anni va avanti, se ne facciano una ragione Schlein, Conte e compagnia cantante”. Al test delle europee, però, Salvini ha già comunicato che non si presenterà, anticipando tutti, Meloni compresa. “Non ne avevamo mai parlato – ammette il vicepremier -. Non so cosa farà Giorgia e sicuramente deciderà per il meglio“. Tajani invece continua a prendere tempo. “Non posso dire nulla prima del congresso di Forza Italia“, ricorda aggiungendo che comunque “per me non è un problema. Il mio dubbio è quello di non poter dare il 100% nell’attività dell’azione di governo“. Nessun dubbio, ma “molte perplessità” di Tajani invece sul tema del terzo mandato per i governatori, che la Lega auspica guardando alla corsa di Luca Zaia in Veneto. “Anche negli Stati Uniti, che sono la più grande democrazia del mondo, c’è un limite – ricorda il titolare della Farnesina -. Le leggi non si fanno per Zaia o per Emiliano, non si fanno per qualcuno ma per il funzionamento del sistema”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata