L'ex capitana della Sea Watch a LaPresse: "Impensabile ora ridurre flussi migratori"
“Sfortunatamente non è stata una sorpresa che persone in posizione di potere possano evitare di affrontare le proprie responsabilità”. Lo ha detto a LaPresse Carola Rackete, in merito alla decisione del Senato di negare l’autorizzazione a procedere contro il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, accusato di diffamazione nei confronti della ex capitana della Sea Watch e ora candidata alle prossime Europee come indipendente con la sinistra tedesca Die Linke. “Credo che se sei un politico devi essere onesto, devi attenerti ai fatti e farti guidare da elevati standard morali. Devi affrontare le tue responsabilità. Quindi penso che Salvini sarebbe dovuto venire al processo e vedere che cosa il giudice aveva da dire”, ha aggiunto Rackete.
Migranti: Rackete, in questo momento impensabile ridurre flussi
“Milioni di persone continueranno a lasciare il loro Paese. Sono costrette a migrare a causa della crisi climatica, o per le guerre. Ma dobbiamo essere realistici: non possiamo pensare di poter ridurre le migrazioni. Perché affrontiamo un momento critico, in cui le persone devono scappare per salvare la propria vita perché i luoghi che chiamano ‘casa’ stanno diventando inabitabili”, ha aggiunto Rackete, sottolineando inoltre che “come Paesi del Nord del mondo, comprese Germania e Italia, abbiamo contribuito a rendere questi posti inabitabili. Ritengo che il minimo sarebbe pagare un ‘debito ambientale‘, o comunque contribuire economicamente. E dobbiamo garantire la salvaguardia di queste persone”.
Ue: Carola Rackete, Meloni fa la conservatrice ma resta di estrema destra
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha “attenuato i toni di ciò che dice in pubblico, lasciando che siano altri, come il ministro dell’Agricoltura o il suo compagno, a dire le cose più spiacevoli. Sta fingendo di essere una conservatrice a livello europeo, ma non ci casco. E penso che anche tanta gente in Germania non le creda”, ha affermato invece l’ ex capitana della Sea Watch sulla premier italiana. “Meloni è una politica di estrema destra – ha aggiunto Rackete – e non condivido la sua visione dell’Europa. Abbiamo bisogno di una società basata su pari diritti, sulla giustizia climatica e sull’estensione della protezione dei diritti umani”. Rackete ha poi detto di essere “rimasta sorpresa che i leader dell’Unione europea abbiano apertamente collaborato con Meloni. Cosa che penso non dovrebbero fare, visto il tipo di governo che guida”.
Clima: Carola Rackete, Italia e Germania non fanno abbastanza
“In Italia e in Germania e, in generale, in Europa, non si sta facendo abbastanza per la crisi climatica“, ha sottolineato poi Rackete. “Fissare degli obiettivi per il clima è inutile se poi non si fanno passi concreti per raggiungerli. In Germania ci sono comitati che monitorano e verificano gli obiettivi fissati dal governo per il cambiamento climatico, e stanno dimostrando che questi obiettivi vengono mancati. E’ un problema comune in Europa ed è un problema pericoloso. Perché più tardi agiremo, più grandi saranno i danni e più alti saranno i costi per le persone nell’Ue e non solo. Quindi è urgente intervenire ora, a tutti i livelli”, ha affermato ancora l’ex capitana della Sea Watch, secondo cui “il governo di Roma non sta affatto facendo un buon lavoro per quanto riguarda il cambiamento climatico. Vediamo gli impatti causati dal cambiamento climatico in Italia. Ad esempio, con gli operai morti a causa delle ondate di calore”.
La scelta di entrare in politica con Die Linke – e non con i Verdi “che in Germania rappresentano l’ala più conservatrice del movimento” -, e soprattutto di farlo a livello europeo, ha molto a che fare con la crisi climatica e in particolare “sull’errata o mancanza di comunicazione” su questo tema. “Serve una soluzione che analizzi e affronti le cause – ha proseguito Rackete, che ha una formazione da ecologista e un master in management ambientale -. Per me queste cause vanno cercate nello squilibrio di potere che c’è tra le persone che possono votare e le grandi multinazionali, che esercitano la loro influenza attraverso le lobby. La scelta di Die Linke è legata al fatto che è l’unico partito che non accetta donazioni dai grandi gruppi economici”.
Per Rackete, inoltre, “è necessario che le persone vengano informate, e che ci sia una migliore comunicazione su quello che viene fatto a livello europeo. Ad esempio riguardo al cosiddetto ‘greenwashing‘ (ambientalismo di facciata). Iniziative che promettono molto, ma poi non mantengono quello che hanno promesso. Entrare al Parlamento europeo può avere senso anche per denunciare questa situazione e aiutare le persone a capire e a essere informate, così che possano agire di conseguenza”. Secondo Rackete è “altrettanto importante che le persone con un background professionale possano avere mandati politici, potrebbero essere panettieri, infermieri o chiunque altro”, inoltre “le persone dovrebbero continuare a essere attive nelle strade, far parte di movimenti sociali, creare ong”.
Medioriente: Carola Rackete, antisemitismo mai completamente sparito in Germania
“L’antisemitismo sfortunatamente non è mai completamente sparito dalla Germania. È scioccante vedere la quantità di polizia che protegge ad esempio il Museo ebraico di Berlino, o le sinagoghe, anche in tempi normali. Adesso c’è nuovamente un’escalation dell’antisemitismo”, ha poi aggiunto Rackete commentando i recenti episodi di antisemitismo in Germania legati alla situazione in Medioriente. “Come per ogni conflitto, la maggior parte delle persone che soffrono sono i civili. Non vedo alcun vincitore in questo conflitto. Allo stesso tempo, bisogna essere molto chiari quando si parla di questo conflitto. Il popolo ebraico non è il governo israeliano, e i civili palestinesi non sono Hamas“, ha commentato Rackete. “Ho visitato Israele, sono rimasta colpita quando sono stata a Piazza Rabin (teatro dell’assassinio del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin da parte di un ultranazionalista, ndr). Ho pensato che ci fosse un momento di speranza. Adesso è un momento tragico. Ma dobbiamo tornare a quella speranza e dobbiamo trovare un modo di porre fine a questo conflitto”, ha concluso.
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