Il testo punta a un'interpretazione autentica delle fattispecie: la Cassazione ha ristretto il novero di questi reati, escludendo i delitti comuni commessi per finalità mafiose

Un decreto giustizia approderà, secondo quanto si apprende, lunedì 7 agosto in Consiglio dei ministri. Il testo si propone di delineare un’interpretazione autentica dei reati di criminalità organizzata. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva annunciato la volontà di intervenire su queste fattispecie nel corso di una riunione del Governo a metà luglio, dopo una pronuncia della Corte di Cassazione. 

Cosa dice la Cassazione sulla criminalità organizzata

All’indomani della sentenza, la presidente del Consiglio aveva spiegato: “Se fino a poco tempo fa l’interpretazione del concetto di criminalità organizzata era chiaro, una recente sentenza della Corte di Cassazione (la n. 34895 del 2022) lo ha posto seriamente in dubbio. La Cassazione ha infatti affermato – cito testualmente – che possono ‘farsi rientrare nella nozione di delitti di ‘criminalità organizzata’ solo fattispecie criminose associative, comuni e non’, con la conseguenza che devono escludersi dal regime per essi previsti i reati di per sé non associativi, come un omicidio, ‘per quanto commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416-bis c.p. ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni previste dal suddetto articolo'”.

“In altre parole – ha sottolineato Meloni -, un omicidio commesso avvalendosi di modalità mafiose o commesso al fine di agevolare un’associazione criminale non sarebbe un delitto di criminalità organizzata, secondo la Cassazione. La sentenza ha ad oggetto il regime delle intercettazioni ambientali, ma afferma principi di carattere generale. E principi del genere si prestano a provocare ricadute molto pesanti per il nostro sistema e per la pubblica sicurezza. Lasciando da parte ogni considerazione di merito, appare evidente come questa decisione si presti a produrre effetti dirompenti su processi in corso per reati gravissimi. Infatti, adottando questo orientamento, per i fatti già commessi verrebbe a cadere tutto il materiale probatorio acquisito sulla base dell’interpretazione precedente, che consentiva l’utilizzo degli strumenti previsti per la lotta alla criminalità organizzata anche in assenza della contestazione del reato associativo. Così, rischiano di andare impuniti per un supposto vizio procedurale delitti della massima gravità. Manifestazioni d’allarme in tal senso iniziano già a pervenire da alcuni tribunali”.

Il testo è ancora in fase di limatura, ma alcuni interventi riguarderebbero anche le intercettazioni, dopo la stretta contenuta nel ddl Nordio, appena incardinato nella commissione Giustizia del Senato.

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