Il ministro dell'Economia in audizione in commissione di Vigilanza

Sul canone Rai “ci sono una pluralità di ipotesi di riforma allo studio, che si differenziano anche sui tempi”, ma deve “esser chiara la definizione degli oneri connessi al servizio pubblico”. Lo afferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione in commissione Vigilanza Rai.  Il ministro fa presente che “sul perimetro di tale servizio” ha convocato “un apposito tavolo” di lavoro.

 Sul “breve periodo – osserva Giorgetti – l’ipotesi potrebbe essere di scorporare dal pagamento del canone una quota relativa agli investimenti sostenuti dalla Rai, a sostegno per esempio delle reti e della capacità trasmissiva che attualmente ammonterebbe a circa 300 milioni all’anno e che verrebbero posti a carico della fiscalità generale, riducendo il canone”. Altre risorse di finanziamento della Rai – continua Giorgetti – potrebbero arrivare “ricorrendo al mercato dei capitali”. Si valuta anche “un piano immobiliare sull’intero patrimonio”. Naturalmente nelle diverse ipotesi bisogna anche tener conto del “contesto di riferimento economico” per esempio con i mutati scenari energetici, e quindi ci sarà la “necessità di rimodulare alcune iniziative”.

“Prendendo come orizzonte il rinnovo della concessione – continua Giorgetti, facendo presente che scade nel 2027 – si potrebbero individuare altri meccanismi”. Comunque “ogni ipotesi di revisione deve prendere le mosse da una chiara definizione degli oneri del servizio pubblico, dalla garanzia della sostenibilità degli investimenti, da un’attenta revisione delle dinamiche di spesa dell’azienda”.

Ipotesi riforma canone legato a utenze telefono

Se il canone Rai avesse come “presupposto il possesso di un’utenza telefonica, aumenterebbe la platea” ma ci sarebbero “problemi di applicazione”. Lo afferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione in commissione di Vigilanza Rai parlando delle ipotesi allo studio sulla riforma del canone. Se l’orizzonte temporale fosse il rinnovo della concessione, che scade nel 2027 – osserva Giorgetti – si potrebbero “individuare altri meccanismi”. “Nel medio periodo – prosegue Giorgetti – va aperta una riflessione sul pagamento del canone, attualmente legato al presunto possesso di un apparecchio televisivo. Ma le nuove modalità di sviluppo e di fruizione, come dimostra RaiPlay, consentono di fruire dei contenuti Rai usando vari device. Qualora il presupposto diventasse il possesso di un’utenza telefonica mobile – avverte – si avrebbe un aumento della platea e quindi una riduzione del costo pro-capite del canone. Oggi sono 21 milioni i cittadini che lo pagano, mentre le utenze telefoniche attive sono 107 milioni”. Si tratterebbe di un meccanismo però che comporterebbe “problemi di applicazione, relativi al calcolo di utenze per nucleo familiare: andrebbe individuato un tetto massimo per evitare il pagamento di una somma più elevata”.

Risorse per 1,85 miliardi dal canone

Le risorse del canone Rai ammontano a circa 1,85 miliardi sostiene Giorgetti citando il consuntivo 2022 e l’assestamento 2023. Queste risorse Le risorse da canone, ha ricordato, “sono destinate pressoché integralmente alla Rai ad eccezione di una quota di 110 milioni annui assegnata al Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione”.

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