I pm cercano di comprendere la liceità o meno dei contratti sottoscritti da Visibilia con la società con sede a Dubai. La ministra non è indagata
Dopo l’estate le udienze fallimentari e nel frattempo le indagini della Procura di Milano sulla ‘galassia’ Visibilia e sui prestiti obbligazionari di provenienza offshore. Fari puntati della Procura di Milano e del Tribunale fallimentare sul Gruppo fondato dalla ministra del Turismo, Daniela Santanché, che ne è stata presidente e amministratore delegato fino al novembre 2021 e primo azionista fino all’azzeramento della partecipazione il 17 ottobre 2022. Il pm Paolo Filippini ha un fascicolo ‘contenitore’ aperto, dove la ministra non è indagata, per comprendere la liceità o meno dei contratti sottoscritti da Visibilia con il ‘fondo’ Negma, entità finanziaria con sede a Dubai ma registrata nelle Isole Vergini Britanniche guidata da Elaf Gassam e con tre italiani nel proprio team di gestione. Negli anni – ancora a guida Santanché – Negma ha sottoscritto prestiti obbligazionari convertibili in azioni per iniettare liquidità nella società che edita Novella, Ciak e vari periodici e non navigava in buone acque, come hanno fatto altre 16-20 società italiane (e altre in Francia), fra cui la Ki Group, colosso del biologico sempre a guida dell’esponente di Fratelli d’Italia poi affossata. Prestiti obbligazionari convertibili senza alcuna clausola di ‘lock up’, cioè di mantenimento delle azioni per un certo periodo in caso di conversione, esponendosi a quello che poi è effettivamente successo alla società quotata Euronext Growth Milan: Negma ha convertito in azioni e inondato il mercato affossando il valore del titolo in quello che i soci di minoranza di Visibilia Editore e del Gruppo dal 2019 in poi hanno denunciato come “gravi irregolarità nella gestione della società” e “rilevanti omissioni da parte degli Organi di vigilanza” che avrebbero depauperato negli anni il valore dell’azienda. Il fascicolo dei pm milanesi punta a capire se vi siano o meno gli estremi per contestare il reato di aggiottaggio e manipolazione del mercato e se i prestiti siano stati utilizzati per pagare emolumenti e bonus al management di Visibilia, scaricando sui piccoli azionisti il costo del crollo del titolo in borsa.
La partita al Tribunale fallimentare
Dall’altro lato è ancora aperta la partita al Tribunale fallimentare per due delle società del gruppo – Visibilia Concessionaria e Visibilia srl – per le quali le pm Laura Pedio e Maria Gravina non hanno revocato l’istanza di liquidazione giudiziale, come avvenuto invece per la Visibilia Holding. Per Visibilia Concessionaria udienza fissata il 27 settembre davanti al giudice fallimentare Sergio Rossetti che dovrà decidere se la società si trova in stato di insolvenza e quale strumento di risoluzione della crisi d’impresa nel caso adottare. Il 14 settembre invece si torna di nuovo davanti ai giudici della Sezione Imprese nel contenzioso nato fra Visibilia Editore Spa e i piccoli azionisti che chiedevano di nominare un amministratore giudiziario e di documentare se fra la vecchia gestione societaria e il nuovo consiglio di amministrazione di Visibilia Editore (composto da Luca Giuseppe Reale Ruffino, Giuseppe Vadalà Bertini, Samuele Sanvito e Maria Claudia Santaloja) insediatosi a inizio marzo e in carica fino al 2025 ci sia effettivamente discontinuità.
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