Il presidente della Repubblica ha reso omaggio allo scrittore al Cimitero Monumentale della città

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato alla deposizione della corona di fiori sulla tomba di Alessandro Manzoni, posta al centro del Famedio del Cimitero Monumentale di Milano. Si tratta del primo appuntamento per le celebrazioni del 150esimo anniversario della morte del grande scrittore previste oggi in città. Dopo un momento di raccoglimento, Mattarella è stato accompagnato dall’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi, in un breve giro del cimitero dove sono seppelliti i milanesi illustri. Il primo ad essere stato traslato qui, nel 1883, fu proprio l’autore de ‘I promessi sposi’, mentre l’ultima nel 2021 è stata Carla Fracci. Presenti all’evento anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, la vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo, il vicesindaco della Città Metropolitana Francesco Vassallo, il prefetto Renato Saccone e i componenti della Commissione per le Onoranze al Famedio. All’uscita il Capo dello Stato è stato raggiunto anche dal sindaco Giuseppe Sala.

Mattarella: “Persona e non etnia destinataria di protezione”

“Manzoni sostiene i moti di indipendenza nazionale, incoraggia i venti di libertà che spirano in Italia e in tante altre parti del mondo giungendo, davanti alle aggressioni e alle ingiustizie, a teorizzare la legittimità della resistenza. Ma – nella sua visione – è la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione. È l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante le celebrazioni a Casa Manzoni.

Mattarella: “Costituzione non ammette nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza”

E ancora: “Nell’idea manzoniana di libertà, giustizia, eguaglianza e solidarietà si può scorgere una anticipazione della visione di fondo della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo del 1948. Una carta fondamentale, nata dopo gli orrori della Seconda Guerra mondiale, che individua la persona umana in sé, senza alcuna differenza, come soggetto portatore di diritti, sbarrando così la strada a nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza, sull’appartenenza, e, in definitiva, sulla sopraffazione, sulla persecuzione, sulla prevalenza del più forte. Concetti e assunti che – come ben sappiamo – sono espressamente posti alla base della nostra Costituzione repubblicana”. 

Manzoni “popolare” e non “populista”

Mattarella parla poi di Manzoni come scrittore e personaggio italiano: “Sono state scritte pagine illuminanti sulla vicinanza, l’empatia, la condivisione dell’autore dei Promessi Sposi nei confronti delle masse popolari, che per la prima volta diventano protagoniste di un romanzo. Utilizzando una terminologia odierna, possiamo parlare di un Manzoni certamente ‘popolare’, ma non ‘populista’.” 

“Con questa cerimonia – che, così raccolta e partecipata sarebbe piaciuta ad Alessandro Manzoni – vogliamo rendere testimonianza di quanto l’Italia gli sia debitrice, in termini di pensiero, di produzione letteraria, di esempio morale, di evoluzione della lingua. Manzoni, uno degli spiriti più nobili del nostro Ottocento, protagonista del Romanticismo e del Risorgimento italiano. Definito, a ragione, il padre del romanzo italiano e maestro indiscusso di tante generazioni di letterati e di patrioti”, dice ancora il Capo dello Stato. “Manzoni si è sempre sottratto, per la sua proverbiale riservatezza e anche per ragioni di salute, alla militanza politica in senso stretto. Ma è considerato, ben a ragione, un ispiratore e un propulsore del nostro Risorgimento e dell’Unità d’Italia. Ed è, a tutti gli effetti, un padre della nostra patria“, ha aggiunto Mattarella. 

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