Il leader di Forza Italia lo ha scritto in una nota

L’anniversario del 25 aprile 1945 è “l’occasione per riflettere sul passato, ma anche per ragionare sul presente e sull’avvenire di questo nostro meraviglioso Paese. E dunque: Viva il 25 aprile, la festa della libertà, della pace e della democrazia. La festa di tutti gli italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi!”. Lo scrive alla vigilia della festa della Liberazione in una nota Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, ricoverato dal 5 aprile al San Raffaele di Milano per una infezione polmonare che lo ha costretto per 12 giorni in terapia intensiva.  

“Noi siamo un grande popolo, capace di rimanere unito di fronte alle emergenze e che, all’occorrenza, oggi come ieri, è capace di superare ogni divisione e ogni contrasto per conseguire il bene dell’Italia e degli italiani. Questo è un patrimonio, un principio fondante della nostra convivenza civile, che appartiene a tutti gli italiani, senza esclusione alcuna”, ha continuato l’ex premier ricordando che “nel 2009, poche settimane dopo il terribile Terremoto che colpì l’Aquila, mi recai a Onna per celebrare la Festa della Liberazione”.

Berlusconi prosegue: “Avevo scelto quel piccolo comune d’Abruzzo, che era stato teatro di una tremenda strage operata dai nazisti durante la guerra e che aveva subito profondi danni e gravi perdite per il terremoto, perchè avevo visto nello slancio di solidarietà che aveva unito tutti gli italiani alle popolazioni colpite, lo stesso spirito che tanti anni prima aveva consentito all’Italia di risorgere dalle rovine della guerra. In quella occasione avevo rievocato lo “spirito di unità nazionale” che animò tutti i protagonisti della resistenza che seppero accantonare le differenze più profonde, politiche, religiose, sociali, per combattere insieme una battaglia di civiltà e di libertà per se stessi e per i loro figli”.

Il leader di Forza Italia aggiunge che “i cattolici e i comunisti, i liberali e i socialisti, i monarchici e gli azionisti, e con loro i Militari rimasti fedeli non ad un’idea politica ma all’onore della Patria, pur mossi da ideali profondamenti diversi e da una diversa visione del futuro della Nazione, di fronte a un dramma comune, scrissero, ciascuno per la propria parte, ma con eguali dignità e passione, una grande pagina della nostra storia. Una straordinaria pagina sulla quale si fonda la nostra Costituzione, baluardo delle nostre libertà e dei nostri diritti”.

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