Il ministro dell'Istruzione: "Fattore chiave nella costruzione della personalità". Poi una nota di scuse; "Usato termine inadeguato"

Fanno discutere le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, pronunciate qualche giorno fa a Milano. “Evviva l’umiliazione, che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità”, ha detto durante un incontro a Milano: “Da lì nasce il riscatto”. Valditara stava parlando ancora della proposta dei lavori socialmente per studenti violenti. Il ministro ha colto l’occasione di ribadire la sua idea raccontando due episodi legati a ragazzi che hanno commesso atti di bullismo in scuole lombarde: in un caso uno studente è stato ‘stigmatizzato’ davanti a duemila studenti dal preside, cosa ritenuta positiva da Valditara. 

Dopo una giornata di polemiche, è poi arrivata la nota di scuse da parte del titolare dell’Istruzione. “Nel video del convegno di Direzione Nord a Milano ho utilizzato un termine che non spiega affatto il senso del mio ragionamento. Stavo intervenendo su un episodio oggettivamente intollerabile, quello di uno studente che ha preso a pugni una professoressa. Ho affermato che sospendere per un anno quel ragazzo non ha molto senso, molto meglio responsabilizzarlo facendogli svolgere lavori socialmente utili alla comunità scolastica. In questi casi, ero e rimango pienamente convinto che realizzare il proprio errore, imparare l’umiltà di chiedere scusa, affrontare il senso del limite e della responsabilità delle proprie azioni sia un passaggio denso di significato formativo e culturale. Ammettere i propri errori significa realizzare che la realtà è più grande del proprio Io. È un tema di cui talmente avverto l’urgenza, da persona prima che da ministro, che al momento mi ha fatto utilizzare un termine sicuramente inadeguato, cosa di cui mi dispiaccio io per primo“, ha dichiarato Valditara. 

Risponde Crepet

La parola umiliazione non deve essere usata da un ministro dell’Istruzione ma non deve pronunciarsi nei confronti di nessuno. Anche nelle galere non ci deve essere umiliazione. Secondo me è una parola da abolire e non porta a nulla se non a rabbia, odio e aumento della violenza. Affrontare il problema del bullismo attraverso pratiche umilianti mi sembra umiliante pensarlo”. Lo ha detto a LaPresse lo psichiatra Paolo Crepet commentando le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sui lavori socialmente utili agli studenti che compiono atti di bullismo. “Evviva l’umiliazione, che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità”, aveva detto il ministro.

“Non possiamo sicuramente pensare al buonismo e al condono, che sono le cose più frequenti. A fronte di un reato la domanda che dobbiamo porci è ‘cosa si fa?’. Eviterei di mandarli a casa o di sospenderli, eviterei l’umiliazione; può essere una soluzione valida fargli fare i lavori socialmente utili”. Un esempio? “Se è vero che le cause dell’incendio nell’Istituto tecnico Galilei oggi a Milano sono dolose e causate da alunni, quei ragazzi possono impegnarsi a ripittuare la scuola”, ha spiegato.

Via i cellulari a scuola

Via i cellulari dalle classi nelle ore di lezione“. Lo ha detto Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del merito, intervistato da Monica Setta nel programma ‘Il Confronto’ in onda su Rai Italia nel mondo e su Rai 2 il sabato alle 6.30. 

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