Il ministro dell'Istruzione e del merito: "Per il 2023 servono 300 milioni di euro di risorse"

Aggressioni, offese, bullismo: occorre trovare una soluzione ai problemi non più rinviabili degli episodi di violenze in classe perché “non si può andare avanti così”. Da Milano, in occasione del convegno Direzione Nord organizzato al Palazzo delle Stelline, il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, spiega che occorre “anche prevedere forme diverse di sanzioni”. Per esempio i lavori socialmente utili. Una misura punitiva da prevedere come sistema di sanzione “nei confronti di quei ragazzi che non hanno la capacità di rispettare le regole”.

Per il 2023 servono 300 milioni di euro di risorse aggiuntive

E annuncia che in viale Trastevere si sta lavorando anche ad tavolo per trovare soluzioni, che sia “la didattica personalizzata, o lo psicologo, o sanzioni più efficaci, o la chiamata alla responsabilità dei docenti, famiglie e ragazzi”. “Dobbiamo ridare autorevolezza ai docenti, rispetto verso i docenti, gli studenti e i beni pubblici – ha affermato – C’è anche il tema dei docenti che devono essere sempre consapevoli del ruolo che hanno e che passa anche da un aumento del livello retributivo”. “Io ci conto – ha assicurato il ministro – e mi batterò perché ci siano delle risorse nuove, la coperta è molto corta ma mi batterò perché ci siano delle risorse nuove”. Per il 2023, ha ricordato il ministro, servono risorse aggiuntive per 300milioni di euro.

 

Mette in chiaro, Valditara, che non ha interessi a dare il nome a una riforma della scuola. Ma, assicura: “Ho una strategia riformatrice molto ampia perché la scuola italiana ha bisogno di tanti passaggi”. A cominciare dalla semplificazione e dalla sburocratizzazione, passando per il completamento della riforma degli istituti tecnici professionali a cui “va data sostanza”.

Il modello tedesco

Prendendo a modello la Germania, occorre costruire “una filiera” dalla scuola al lavoro che veda negli istituti tecnici professionali un perno. “Dobbiamo fare in modo che l’istruzione degli istituti tecnici – ha sottolineato – diventi un percorso di Serie A e non, come è stato purtroppo considerato per molto tempo, di Serie B”.

E ancora su un punto torna Valditara: la scuola che ha in mente “non ha una organizzazione gerarchica, ma di collaborazione, di lavoro in team”. L’ipotesi – ad ora – di un tutor che affianchi gli studenti ‘virtuosi’ e quelli meno potrebbe portare a ‘sbloccare’ il meccanismo dell’ascensore sociale scolastico “che oramai è bloccato”. “Così immagino un insegnate che sia particolarmente formato per andare incontro a ragazzi che hanno maggiori difficoltà a tirare fuori i propri talenti”. “La nostra è una scuola classista – ha concluso – la vera grande sfida è valorizzare talenti, è avere una scuola che valorizzi le vere potenzialità di ciascuno di noi. Una scuola che si occupi di valorizzare la persona”.

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