Anche per il ministro della Giustizia Carlo Nordio si tratta di una norma "complessa, sottoposta al vaglio del Parlamento"

Il vicepresidente della Camera e braccio destro della premier Giorgia Meloni Fabio Rampelli lancia un invito all’opposizione sul decreto rave: “l”iter del decreto è lungo, se l’opposizione è animata dalle migliori intenzioni, lo si modifica insieme“, dice intervenendo a ‘Un Giorno da Pecora’, su Rai Radio1, il deputato di FdI. Si può modificare? “Certo che sì. Si può migliorare”.

“Se non fosse stato per l’intervento del governo il rave party sarebbe stato legale – aggiunge – grazie a noi è diventato illegale stare dentro edifici o terreni occupati abusivamente, drogandosi e spacciando. Se in questi anni nessuno è intervenuto si vede che la norma non era molto chiara. Negli ultimi dieci anni ai rave ci sono stati 12 morti, quasi tutti per overdose”, ha detto ospite di . “Questo è un reato stringente e circostanziato che cerca di dire a tutti i ragazzi, specie a quelli che vengono da fuori, che non si può venire in Italia a drogarsi, spacciare droga, ubriacarsi. Dal 2008 ad oggi è stato fatto almeno un rave party all’anno in Italia, a volte anche due…” 

Anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio interviene nel dibattito nato intorno al decreto rave e conferma, come già aveva fatto il suo vice Francesco Paolo Sisto, che la misura può essere modificata dal Parlamento: “La norma tutela i beni giuridici dell’incolumità e della salute pubblica, nel momento in cui questi beni sono esposti ad un pericolo. Essa non incide, né potrebbe incidere minimamente sui sacrosanti diritti della libera espressione del pensiero e della libera riunione, quale che sia il numero dei partecipanti. La sua formulazione complessa è sottoposta al vaglio del Parlamento, al quale è devoluta la funzione di approvarla o modificarla secondo le sue intenzioni sovrane“. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata