In poco più di un'ora l'esecutivo - oltre a confermare la somma in dotazione al decreto - ha messo sul piatto una rosa ampia di temi, su cui continuerà a confrontarsi con i sindacati nelle prossime settimane

Sono effettivamente 14,3 miliardi le risorse messe a disposizione dal governo per mettere a terra il decreto aiuti bis che potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri già la prossima settimana. Cifre “non banali”, come ha osservato Draghi, che fanno da cornice alle misure per contenere i costi dell’energia per famiglie, imprese ed enti pubblici, e soprattutto a sostenere il potere d’acquisto, le pensioni e i salari. L’idea del presidente del Consiglio quindi è quella di realizzare pochi interventi su pochi temi essenziali, utilizzando gli spazi fiscali disponibili per prorogare le azioni già effettuate. “Il Governo non abbandona lavoratori, pensionati e imprese” ha assicurato il premier ai leader di Cgil, Cisl e Uil, incontrati questa mattina a Palazzo Chigi, insieme ai ministri Brunetta, Patuanelli, Franco, Giorgetti e Orlando. Una promessa che i sindacati hanno accolto bene: “Il Governo, nonostante la crisi, ha mantenuto l’impegno assunto con il sindacato lo scorso 12 luglio”, ha dichiarato il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, mentre il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri ha definito l’incontro di oggi “positivo”. Più cauto, ma comunque non critico, il numero uno della Cgil: “stiamo andando nella giusta direzione, ma aspettiamo di vedere i contenuti del decreto”, ha detto infatti Maurizio Landini.

Il Presidente Mario Draghi incontra le parti sociali a Palazzo Chigi
Il Presidente Mario Draghi incontra le parti sociali a Palazzo Chigi

In poco più di un’ora l’esecutivo – oltre a confermare la somma in dotazione al decreto – ha messo sul piatto una rosa ampia di temi, su cui continuerà a confrontarsi con i sindacati nelle prossime settimane: la proroga del taglio delle accise sul prezzo del carburante e degli interventi sulle bollette, l’allargamento della platea di beneficiari del bonus 200 euro a precari a stagionali. Accanto, una serie di ipotesi allo studio, a partire dall’estensione della tassa sugli extraprofitti a quelle aziende che operano in settori diversi da quelli dell’energia, come annunciato dallo stesso ministro Orlando. A ben disporre particolarmente i sindacati, l’idea di aumentare il netto in busta paga lavorando ad un provvedimento sulla decontribuzione che vada da luglio a dicembre e che sgravi i lavoratori dal peso dei contributi sociali. Accanto, l’impegno di Palazzo Chigi ad anticipare – come richiesto a gran voce dalle sigle sindacali – la rivalutazione delle pensioni prevista per gennaio. In cantiere anche l’idea di diminuire la decontribuzione per quei settori o quelle aziende che non rinnovano i contratti.

Più spinosa la questione dell’azzeramento dell’Iva sui beni di largo consumo per le famiglie in difficoltà: se secondo Sbarra l’esecutivo “si è riservato di valutare e non esclude che ci sia, la prossima settimana, un incontro tecnico”, per Landini – che non la ritiene comunque una questione prioritaria – il governo non ha dato una vera e propria linea, “non ne ha parlato”, ha detto il segretario. Un approccio quindi non ancora definito quello di Palazzo Chigi sull’Iva, sia con i sindacati che con le associazioni datoriali, incontrate nel pomeriggio. “Il Governo ancora non ha deciso tra il taglio dell’Iva o degli oneri sociali” ha spiegato Confesercenti, mentre Confcommercio ha sottolineato che “il mercato interno è in calo, le imprese vogliono una risposta concreta”. La discussione è articolata perché “non c’è una visione univoca” ma il governo, hanno riferito le confederazioni sedute al tavolo, ha promesso di “valutare”.

Oltre al dl aiuti, in agenda – e al centro dei colloqui di Draghi con le parti sociali – anche il tema dell’emergenza siccità e delle crisi aziendali. Su quest’ultimo punto la Cgil ha chiesto che una serie di tavoli industriali “vengano affrontati”. Da Tim all’automotive, fino alle vicende di Priolo, di Wartsila a Trieste, di Mps: le situazioni di crisi sono numerose ed è “necessario che il Governo le tenga monitorate”, e agisca “per impedire chiusure, licenziamenti o scelte sbagliate”. Non è ancora stata fissata una data per il prossimo incontro, ma i sindacati vorrebbero fosse a stretto giro: “anche la prossima settimana se necessario. Prima che facciano questo provvedimento, sostanzialmente”, ha chiosato Landini, lasciando Piazza Colonna.

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