Il centrodestra potrebbe anticipare il vertice il 7 gennaio
Il discorso di fine anno di Sergio Mattarella fa scattare le sirene nei partiti in vista dell’elezione del successore dell’attuale inquilino del Colle. “Non è stato chiaro. La porta è socchiusa”, è il refrain nelle segreterie dei leader di partito. E se da un lato nel Partito democratico si rinvigorisce l’ipotesi bis, dall’altro nel centrodestra si corre ai ripari. Il capo dello Stato deve “spogliarsi di ogni precedente appartenenza” e ancora “il patriottismo concretamente espresso nella vita della Repubblica” è rappresentato da sindaci e governatori delle Regioni, dai cui il presidente della Repubblica deve cogliere la linfa per rappresentare l’unità nazionale. Tutti messaggi in bottiglia che disegnano un identikit lontano dai nomi che per ora vengono evocati sulle cronache politiche.
La prima a mettere le mani avanti è stata Giorgia Meloni: “Se qualcuno volesse nuovamente utilizzare l’allarme Covid per indurre il presidente a modificare il suo pensiero e riproporne strumentalmente la rielezione, sappia che Fratelli d’Italia sarebbe contraria. Con rispetto ma con altrettanta fermezza”. La leader di Fdi aveva già espresso la sua contrarietà a un remake di quanto accaduto con Giorgio Napolitano dalle pagine del Messeggero, ma evidentemente le parole rivolte agli italiani da Mattarella, hanno riacceso i dubbi su uno scenario ancora caldeggiato, soprattutto in casa dem. Lo stesso Matteo Salvini, in tempi non sospetti non aveva fatto mancare la sua linea, che dal partito spiegano così: “Mattarella è stato chiaro, nessuno vuole forzare la sua volontà”.
Nell’ufficialità, Salvini apprezza il discorso del capo dello Stato e ringrazia “per l’impegno di questi anni e gli assicuriamo che Lega e Centrodestra saranno determinati e determinanti per la scelta del suo successore, speriamo l’ultimo non eletto direttamente dal popolo italiano”.
A fare rumore, però, il silenzio di Silvio Berlusconi che, sui titoli di coda del collegamento a reti unificate del messaggio del presidente, invece di commentare come tutti i leader di partito, fa quasi un contro-discorso. “Voglio rivolgere un augurio affettuoso a tutti gli italiani: che il 2022 sia l’anno della rinascita, della ripresa, del ritorno alla serenità. Gli italiani lo meritano anche per come stanno affrontando questa stagione difficile, di sacrifici e di sofferenze. Grazie a tutti coloro che hanno scelto responsabilmente di vaccinarsi possiamo guardare al futuro con ottimismo”, posta sui social lasciando ad Antonio Tajani il compito di battere le mani a Mattarella: “Ha svolto in maniera impeccabile il suo ruolo”. Il Cav vuole tenere un profilo istituzionale, soprattutto dopo che lo stesso presidente della Repubblica ha escluso i leader di partito come figure adatte a ricoprire quel ‘ruolo’ al Colle.
Il plauso è praticamente unanime e bipartisan. Mario Draghi ringrazia il presidente della Repubblica per l’invito all’unità nazionale, alla solidarietà, al patriottismo: “Sono parole che toccano il cuore di tutti i cittadini. È il miglior augurio di buon anno per l’Italia”. A fargli eco Enrico Letta: “L’Italia può essere orgogliosa del suo Presidente e grazie a lui può essere orgogliosa delle sue istituzioni”. E anche Giuseppe Conte non può non apprezzare le parole dell’inquilino del Quirinale che “dipingono l’orizzonte di un impegno politico a cui non possiamo sottrarci”.
Plausi a parte, a pochi giorni dalla convocazione del presidente Roberto Fico del Parlamento in seduta comune (che dovrebbe essere fissata per il 24 gennaio), i giochi restano fermi. Il centrodestra potrebbe anticipare il vertice il 7 gennaio, mentre Salvini sta avviando i contatti con i leader per sedersi al primo confronto quirinalizio. La figura di Berlusconi però rischia di bloccare la trattativa e fonti di centrosinistra assicurano che senza un reale passo indietro del cav, “difficili anche che si apra un dialogo”. Una cosa è certa: finché Draghi ed un eventuale ricorso al bis di Mattarella saranno sul tavolo, l’uomo di Arcore non farà alcun passo avanti, ma di indietreggiare al momento non se ne parla.
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