L'ex premier prepara le prossime elezioni del 2023: focus sul Settentrione

(LaPresse) – Napoli come punto di partenza, per provare la scalata al nord. Un ossimoro, ma è il piano che ha in testa Giuseppe Conte. Nella sua nuova veste di leader di partito, anzi di movimento, girerà l’Italia: a sud (per non dimenticare dov’è lo zoccolo duro dell’elettorato M5S), ma stavolta con un’attenzione particolare al Settentrione, dove i voti sono storicamente pochi e spesso in ‘coabitazione’ con i colleghi di centrosinistra del Pd.

Il capolouogo campano è geograficamente la sua prima tappa, per presentare le liste pentastellate in supporto al candidato sindaco, Gaetano Manfredi, ma già domani l’ex premier riprenderà quota, destinazione Veneto. In terra di Lega la sua agenda prevede appuntamenti nei comuni di Oderzo, Villorba, Albignasego, Chioggia e San Giovanni Lupatoto. Non esattamente le piazze più ‘calde’, ma “da una parte si deve pur cominciare”, ragionano i supporter interni del nuovo leader.

 

Subito dopo Conte ha previsto una due giorni tra Lombardia ed Emilia-Romagna. Mercoledì, infatti, sarà a Treviglio, Cassina De Pecchi, Pioltello, Desio, Varedo, Limbiate e Milano. Lì dove è candidata sindaco del Cinquestelle una manager, Layla Pavone, fortemente voluta proprio dal neo capo politico pentastellato, nonostante l’indicazione di base e attivisti fosse per la consigliera uscente, Elena Sironi. Un ‘azzardo’ che andrà verificato poi alle urne, anche se i sondaggi – ma soprattutto il sentiment interno – preannunciano risultati poco entusiasmanti.

Poco male, perché l’intento è quello di mettere ‘fieno in cascina’ in vista delle prossime elezioni politiche. Che si voti nel 2023 a scadenza naturale della legislatura, sia nel caso di ritorno alle urne anticipato al prossimo anno. Conte, del resto, può sempre usare il ‘jolly’ di essere appena arrivato, dopo una gestazione lunga e tormentata della sua leadership. In poche parole, per dirla con la schiettezza di qualche parlamentare della ‘vecchia guardia’, può sempre “distribuire le colpe e allontanarle da sé”. Perciò il tour del neo presidente M5S si concentra al nord: per recuperare i voti (non tantissimi, per la verità) usciti dal Movimento nel primo anno di governo con la Lega. O almeno il tentativo sarebbe questo.

Ecco, dunque, che giovedì Conte sarà a San Giuliano, Arcore (feudo di Silvio Berlusconi), Verano Brianza, Varese e Busto Arsizio, prima di trasferirsi in serata in Emilia-Romagna, a Modena. Venerdì sarà, poi, a Massa Finalese, Finale Emilia, San Giovanni Persiceto, Rimini, Cattolica e Bologna.

Conte
Foto d’archivio

La prima parte del tour si concluderà in Piemonte, con le tappe di Novara, Torino, Pinerolo, Beinasco, Nichelino e Carmagnola; e Liguria, a Savona. Il rientro a Roma è previsto nella notte, poi il 14 vedrà il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, per un chiarimento dopo le sue parole sul nucleare di nuova generazione. Dopodiché il viaggio riprenderà, ancora con il nord, a quanto pare, ma anche Sud, Sicilia, si vocifera in ambienti pentastellati. Perché va bene provare a conquistare qualche nuovo voto, ma nelle condizioni date è fondamentale non perdere quelli storici.

La bagarre sullo Statuto

Cosa non facile, viste quello che accade nel mondo grillino. Perché “è in dirittura d’arrivo – a quanto si apprende – la notifica del ricorso giudiziario per l’annullamento dello statuto ‘seicentesco’ (Grillo dixit) con cui Conte e una minoranza di iscritti al M5S hanno stravolto i principi cardine del MoVimento. Un ampio fronte di attivisti della prima ora ha impugnato oltre allo Statuto anche la votazione con cui Conte è stato incoronato monarca di quello che oramai è un partito a tutti gli effetti”. Sono sette gli articolati motivi di illegittimità, non solo procedurali, che verranno illustrati nei prossimi giorni in una conferenza stampa. “L’iniziativa nasce a seguito della deriva verticistica che ha portato ad accantonare le regole e i principi fondanti del M5S, con conseguente sospensione della democrazia interna.

L’iniziativa giudiziaria-democratica parte da Napoli e vede come promotori alcuni attivisti storici – che si sono rivolti all’avvocato Lorenzo Borrè, ormai divenuto una sorte di garante in seconda dei diritti della base – ma coinvolge un ben più nutrito numero di attivisti da diverse parti d’Italia”. Conte, però, non sembra darci troppo peso: “Facciano le iniziative che vogliono”, risponde a chi gli chiede del ricorso. Un’altra grana, ma il neo leader farà bene a farci presto il callo.

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