Il certificato vaccinale non piace alla Lega, il Pd chiede regole certe. La Fnomceo: "Strumento fondamentale"

Una maggioranza profondamente divisa cerca l’accordo sul Green Pass. Il certificato vaccinale, destinato a diventare la chiave della fase estiva delle riaperture, non va giù alla Lega, viene accettato a denti stretti, e solo in caso di nuovi picchi di contagi, da una parte del M5S e piace a Iv, mentre il Pd chiede regole certe. Se l’accordo non sembra essere lontano per impiegarlo sui trasporti a lunga percorrenza, o per condizionare ad esso la riapertura delle discoteche, il nodo più difficile da sciogliere è quello dei ristoranti, che da poche settimane hanno ripreso a lavorare e temono un nuovo stop con misure più stringenti per accedere ai locali al chiuso.
Oggi alle 15 di è in programma la Conferenza delle regioni che dovrà fare il punto non solo sull’uso del certificato vaccinale, ma anche sui parametri allo studio per i passaggi tra le zone, e i colori, di rischio epidemiologico. La ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, che incontrerà i governatori domani, si dice fiduciosa che un accordo venga trovato ma le distanze nell’esecutivo restano profonde, con il leader del Carroccio Matteo Salvini che chiede di vaccinare gli anziani senza “minacciare” gli adolescenti, e sul green pass attacca: “Chi parla, in questo momento, di chiusure, multe e divieti fa il male del Paese”. “Sui vaccini non sono ammissibili ambiguità da parte di nessuna forza politica – è la risposta piccata del ministro della Salute Roberto Speranza -. Dalla campagna di vaccinazione dipende la ripartenza e il futuro del Paese”.
Cosa ne pensano i governatori regionali
Sul punto non c’è accordo neanche tra le Regioni, ma i governatori sembrano orientati verso un’intesa da raggiungere sul ‘male minore’: ben venga l’uso del Green Pass, se permette la riapertura in sicurezza di discoteche e locali notturni, o se serve a scongiurare nuove chiusure che rischierebbero di dare il colpo di grazia a centinaia di attività in crisi. Secondo Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, chiudere di nuovo, farebbe sembrare inutile il vaccino, e anche la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini considera il green pass “la soluzione più accettabile” tra quelle a disposizione, perché “è evidente che non ci sono ancora le condizioni per un ‘liberi tutti'”. Il segretario del Pd Enrico Letta invita a “fare tutti gli esami necessari per capire come vanno le cose dal punto di vista sanitario”, per poi “dare certezze”, mentre da Iv Matteo Renzi taglia corto e ritiene che il green pass alla francese sia l’unica strada “per evitare l’obbligatorietà del vaccino”.
I dati sul Coronavirus
Intanto in Italia sale l’incidenza: ieri si sono registrati 2.079 contagi, con un tasso di test positivi del 2,3%, 7 decessi, e ricoveri in aumento (+52). La campagna anti-Covid va avanti e supera le 61 milioni di dosi somministrate: oltre il 50% degli over 12 ha completato il ciclo vaccinale (27.311.228), ma il numero delle infezioni sale spinto dalla variante delta e dall’allentamento delle misure. In queste condizioni, “il Green Pass diventa uno strumento fondamentale per riprendere le attività sociali e anche per i giovani – sostiene il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -. L’alternativa? Le misure restrittive sono le zone rosse”. “Io credo che il certificato possa rappresentare un valido strumento per evitare le chiusure”, conclude.
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