L'ex sindaco del capoluogo lombardo ci avrebbe riprensato dopo un colloquio con Giorgia Meloni

Gabriele Albertini scioglierà la riserva sabato per Milano, Guido Bertolaso sembra orientato sul no a Roma nonostante il pressing sia continuo. Sono queste due le partite più calde nell’ambito del Centrodestra in vista delle elezioni amministrative del prossimo autunno. Se su Torino è già stato trovato l’accordo su Paolo Damilano e su Napoli si punta forte su Catello Maresca in attesa di trovare una quadra definitiva, resta ancora l’incognita Bologna nelle grandi città al voto. “La chiudiamo in fretta e uniti dappertutto. Sto lavorando per unire”, è la lettura del leader della Lega, Matteo Salvini. “Sono contento che, finalmente, il tavolo del centrodestra abbia unitariamente condiviso questa ipotesi. Settimana prossima ci rivediamo e spero che si possa chiudere”. Mercoledì, infatti, tornerà a riunirsi il tavolo della coalizione attorno a cui, dopo i nuvoloni degli ultimi giorni, sembra essere tornato il sereno.

Certo è che per conoscere lo sfidante di Giuseppe Sala bisognerà aspettare solo un paio di giorni. “Stamattina ho parlato con l’onorevole Giorgia Meloni che ho ringraziato per la sua adesione convinta, generosa e anche coraggiosa, perché ha dovuto un po’ penare con Salvini per trovare il modo giusto di farlo, e ho convenuto ancora con lei che mi prendo ancora fino a sabato. Sabato mattina chiudo senza rinvii, dubbi e ripensamenti l’argomento”, confessa a LaPresse Albertini, corteggiato dal Centrodestra per la corsa a Palazzo Marino. L’ex due volte sindaco di Milano ha sentito più volte anche Silvio Berlusconi. Lo ha fatto per tre volte negli ultimi giorni. “C’era stato quell’equivoco sulla sua preferenza nei riguardi di Lupi – racconta – però il Cavaliere ha smentito di aver pronunciato quella frase. Quindi, rimuovo l’argomento dubbio sul mio gradimento”. La data del 15 maggio, cioè sabato, non è casuale. “È la ricorrenza – spiega – del mio primo giuramento da sindaco davanti al prefetto, nel 1997, e quindi è una specie di ciclo che si chiude, si riapre, quello che è”.

In ogni caso, Albertini sintetizza così il quadro: “Sabato il dente verrà tolto, ma sono più per il no che per il sì. Resto in riflessione, ma sono molto propenso a dire no. Quello che è successo non ha cambiato le motivazioni vere e non strumentali della mia vita di famiglia”. E non risparmia critiche su Sala, con toni da campagna elettorale: “L’ho trovato deludente, perché il mio argomento era molto serio, cioè la riproposizione su declinazione territoriale della concordia nazionale”. L’ex europarlamentare centrista, intanto, incassa anche l’appoggio di Attilio Fontana e Letizia Moratti, dopo aver convinto i leader del Centrodestra. “Rimangono gli argomenti miei, di mia moglie e della famiglia. La mia lettera era sincera”, racconta. Nel frattempo, l’addio di Alessandro Sallusti alla direzione de ‘Il Giornale’, dopo 11 anni, fa pensare a un’eventuale altra carta da mettere sul tavolo che sembra lontana dalla realtà per tempi e modi. D’altronde, in politica, tutto è possibile.

Passando da Milano alla Capitale, Bertolaso resta il nome più caldo. Anche se il responsabile Enti locali di Forza Italia, Maurizio Gasparri, lancia una provocazione: “A Roma serve una candidatura di Serie A per il Centrodestra, se mettiamo un candidato di grande livello possiamo vincere. Oltre a Bertolaso, ad esempio, anche Antonio Tajani sarebbe un bel candidato”. Il vicepresidente azzurro, dal canto suo, offre questa lettura: “Senza FI il Centrodestra non solo non vince, ma non esiste. Dobbiamo trovare candidati capaci, la candidatura di Bertolaso a Roma – dice Tajani – mi sembra la più adatta, certo alcune resistenze lo hanno portato a rinunciare, mi auguro che ci ripensi. Spero ci ripensi anche Albertini a Milano”.

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