Il Garante pentastellato: "Mi aspettavo il banchiere di Dio e invece è un grillino". Il capo politico comunica il rinvio della consultazione on line degli iscritti sul sostegno al governo
L’Elevato ritrova la parola. Dopo due consultazioni fiume con Mario Draghi, Beppe Grillo torna a far sentire la sua voce con gli iscritti. Un video di 6 minuti e 38 secondi, dopo il post di sabato scorso che, di fatto, lancia un pacchetto di proposte per il presidente incaricato. Quello in cui scrive che “le fragole sono mature”, per aprire la porta al nuovo esecutivo. Questa volta Grillo è diretto, racconta le sue impressioni: “Mi aspettavo il banchiere di Dio e invece è un grillino”. Affermazione pesante, da bilanciare. Così aggiunge: “Il discorso è che questa persona è aperta, finge, non finge, è sincero, non sincero, io aspetterei quando farà le dichiarazioni che ha fatto a noi in modo pubblico”.
Un pezzo di riflessione importante, perché di fatto sposta l’asse del confronto interno con la base ai prossimi giorni. Il voto su Rousseau, in teoria programmato per oggi e domani, non si farà. Troppo rischioso, perché è vero che il dissenso parlamentare è estremamente ridotto (meno di 10 senatori e altrettanti deputati), ma quello che spaventa è la reazione degli iscritti, che nella scansione random sui social sembra orientata a non dare pieno appoggio all’operazione Draghi. Servono altri giorni di decantazione, così il garante chiede “pazienza” al suo popolo: “Seguiamo un po’ questa persona, che è in mezzo a tutta questa gente”, dice senza citare Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Anche se è questo che sembra voler sottintendere. E nella mattinata di mercoledì arriva l’ufficializzazione di Vito Crimi con un laconico messaggio sul Blog delle Stelle: “Il voto sul governo previsto dalle ore 13.00 di oggi è temporaneamente sospeso. I nuovi orari di inizio e termine votazione saranno successivamente comunicati”.
Rilancia i temi del Movimento, coinvolgendo in qualche modo l’ex premier, che dopo Di Maio e l’Elevato, appunto, ha sposato la linea maggioritaria dei portavoce Cinquestelle. Racconta di aver parlato con Draghi del Recovery fund “da completare”, ma ricevendo l’assicurazione che “rimarrà quello che abbiamo fatto e che hanno fatto le varie forze politiche con Conte”. Poi parla di ambiente e del suo grande progetto: “Gli ho proposto una cosa che succede in Francia, in Spagna, nel mondo, in Cina, in tutte le parti se vogliamo dare una prospettiva diversa dobbiamo fare il ministero della Transizione Ecologico Sostenibile, dove il ministero della Finanza, dell’Economia sostenibile, insieme al ministero dell’Ambiente e a quello dell’Energia convergono in un settore dove ci saranno due o tre persone scelte, una da noi, due da lui, di grande, di grosso spessore che filtreranno tutti gli investimenti futuri di questo Paese”.
Argomenti per arginare l’onda di dissenso che, nel frattempo, si ritrova nelle parole di Alessandro Di Battista, che conferma il suo no – quando si voterà su Rousseau – e intanto suggerisce ai parlamentari la via dell’astensione: “Vuol dire non entrare nel governo ma tenerlo sotto controllo, con un gruppo parlamentare molto compatto”. Al contrario, invece, “se stai dentro è molto più complesso denunciare certe porcate”. L’area ostile all’ex Bce inizia, comunque, a contarsi, con l’evento ‘Vaffa-day 2021-No governo Draghi’, organizzato sui social da un gruppo di attivisti, a cui partecipano, i senatori Barbara Lezzi, Luisa Angrisani, Bianca Laura Granato, Mattia Crucioli, Rosa Silvana Abate ed Elio Lannutti; i deputati Raphael Raduzzi, Pino Cabras, Andrea Colletti, Leda Volpi, Paolo Giuliodori, Jessica Costanzo e Alvise Maniero; ma anche i consiglieri regionali Francesca De Vito (Lazio), Antonella Laricchia (Puglia), Marì Muscarà (Campania) e il consigliere comunale di Napoli, Matteo Brambilla.
Il fronte è fluido, un po’ in evoluzione, un po’ spento dalle parole di Grillo. Ad ogni modo troppo poco prevedibile per rischiare di mandare tutto all’aria. E quel sorriso stampato sulla faccia di ‘Beppe’, alla fine del secondo giro di consultazioni con Draghi (80 minuti e non 30 come da calendario), dice più di mille parole. Addirittura l’ex Bce lo avrebbe chiamato ‘Elevato’, racconta il comico genovese. Che nel tragitto dagli uffici del gruppo M5S alla Sala della Regina parla con il vice presidente dei senatori, Andrea Cioffi, di “evoluzione delle batterie” e dall’incontro con il premier incaricato esce con la speranza di un superministero che mixi ambiente e tecnologia. Dal quale vuole esclusa la Lega, perché “di ambiente non ha mai capito una mazza di niente”, facendo arrabbiare Salvini. Altro colpo a favore del sì. Quando sarà.
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