Le replica su Facebook dopo il post che ha suscitato rabbia e indignazione del direttore de La Stampa Giannini che l'ha definita "persona infame e indegna "

Sono arrivate le scuse e le giustificazioni della consigliera comunale di Torino, Monica Amore, dopo la pubblicazione su Facebook di un post antisemita indirizzato al Gruppo editoriale GEDI. “Chi mi conosce sa che non sono razzista e voglio bene a ogni essere umano, senza distinzione di genere, condizione sociale, religione o colore della pelle – scrive la Consigliera – Ho cancellato il post precedente perché quei giornali che volevo criticare hanno usato un dettaglio dell’immagine, a cui neanche avevo fatto caso, per deligittimare il ragionamento sul problema, che esiste, della concentrazione nella mani di pochi dell’intera informazione in Italia”, conclude l’eletta comunale grillina già in passato protagonista di altre gaffe, dalle citazioni mussoliniane alla polemica contro le mascherine anti Covid.

“Mi scuso con i colleghi del M5s che sono stati al centro della strumentalizzazione e con tutte le persone di origine o religione ebraica che si sono sentite offese o discriminate o alle quali quel dettaglio ha ricordato la pagina più nera della storia del Novecento. Mi scuso veramente con tutti non era mia intenzione”, ha scritto ancora Amore il cui post è stato duramente condannato dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini, che in un video sul sito del quotidiano torinese l’ha definita “persona infame e indegna”. Amore ha poi pubblicato un secondo post di scuse in cui si è rivolta anche alla famiglia Elkann: “Chiedo scusa alla famiglia Elkann non era mia intenzione evocare una storia del passato , dolorosa e offensiva”.

Sulla questione è intervenuta anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che sui propri canali social – Facebook e Twitter – ha preso le distanze dalla consigliera grillina condannando duramente il post in questione da lei definito “grave e inaccettabile”. “Ribadisco da parte mia e della Città la più netta presa di distanza”, ha scritto la prima cittadina del capoluogo piemontese. 

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