Il leader di Italia Viva: "Abbiamo posto dei problemi politici e ci hanno risposto con la conta"

“Bene. Vedremo chi ha azzeccato i conti”. Il Nazareno ha appena dato il via libera all’operazione ‘responsabili alla luce del sole’ e Matteo Renzi non si scompone. Anzi. Per il leader la sfida è ancora tutta da giocare. Quello di Conte, ragiona con i suoi, “è un azzardo. Non hanno i numeri”. In casa Italia Viva, quindi, ci si prepara al redde rationem cercando di non perdere lo spirito con il quale sono state prese le ultime “coraggiose e libere” decisioni: “Abbiamo posto dei problemi politici e ci hanno risposto con la conta. Ne prendiamo atto. Se vincono – è il ragionamento – avranno una maggioranza risicata. Se perdono Conte andrà a casa e si farà una maggioranza senza di lui” A chi gli chiede un pronostico Renzi risponde giocando una ‘tripla’: “Come finisce martedì Senato? È 1 X 2… Se ottiene 161 voti in Senato Conte ha vinto e governa, poi voglio vedere come ma è un problema suo, se invece non ci arriva si farà un governo diverso”

I numeri, nel pallottoliere di Iv, restano in bilico. Bisogna arrivare a 161: i cinque stelle sono 92, (“forse 91” dicono i renziani), Pd 35, (“forse 34”), Leu 6, Maie 3 Misto “al massimo 7, compresi Cerno e De Falco”, Autonomie “7, forse 6”, senatori a vita “5 forse 3”. Il conto per Renzi e i suoi, è presto fatto: “Totale 151-155. Devono trovarne altri sei e sperare che siano tutti. E’ ancora molto difficile. Anche perché rischiano qualche smottamento. Stanno facendo più fatica del previsto”. Nel quartier generale di Iv non credono alla possibilità che da FI Andrea Cangini (“vuole fare il sindaco di Bologna”) o Andrea Causin (fedelissimo del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro) possano alla fine sostenere Conte. E lo stesso vale per i tre senatori di Cambiamo: “Toti metterebbe a rischio la sua giunta?”. Qualche dubbio, invece, resta sull’Udc.

Di contro, chi dalla maggioranza si dice fiducioso rispetto alla possibilità di blindare il Conte Ter con i responsabili, è pronto a scommettere che alla fine anche il gruppo Iv si spaccherà. Riccardo Nencini si arruola in modo esplicito tra i “costruttori”, ma a palazzo Madama escludono che possa arrivare a togliere il simbolo concesso a Renzi. Tra i possibili ‘responsabili’, poi, si fanno i nomi di Donatella Conzatti, Gelsomina Vono, Leonardo Grimani, Eugenio Comincini. “Adesso restano nascosti, smentiscono – è il ragionamento di chi prova a puntellare il premier – ma se l’operazione politica parte e acquista solidità potrebbero uscire allo scoperto”. Da palazzo Madama i renziani smentiscono: “Siamo compatti e l’umore è ottimo”.

In realtà, qualche timore in più rispetto ai giorni passati si registra.

“Ci siamo macchiati del peccato originale di aver aperto la crisi. Potevamo evitare? Forse – confida un dirigente – ma eravamo attaccati da tutti.

Quelli dentro la maggioranza ci dicevano ‘perché cannoneggiate Conte’? Le opposizioni, di contro, insistevano: ‘perché salvate Conte?’. Non potevamo andare avanti così. Non avremmo più avuto alcuna prospettiva politica”.

Martedì, in Senato, pronostici e conteggi ipotetici lasceranno il posto ai voti. A quel punto l’estenuante partita a scacchi tra Conte e Renzi avrà un vincitore. Forse.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata