Di Battista lancia la sua "agenda 2020-2030" in vista degli stati generali

Gli animi si scaldano e a "gettare benzina sul fuoco inutilmente" è Rousseau. L'accusa arriva da Roberta Lombardi, che risponde per le rime a un post dell'associazione guidata da Davide Casaleggio, dando così vita a un botta e risposta durissimo che certifica l'alto livello di tensione nella pancia del Movimento 5 Stelle. Peraltro andato in scena sui social network, dunque pubblicamente. Oggetto del contendere è l'interruzione del servizio di tutela legale per attivisti e portavoce, il cosiddetto Scudo della rete, annunciata nelle scorse settimane dalla piattaforma agli iscritti, per mancanza di fondi a causa dei troppi "morosi" tra le file degli eletti pentastellati.

Ma, stando alla versione dei fatti offerta dalla capogruppo in Consiglio del Lazio, stavolta il passo falso lo avrebbe fatto Rousseau, non solo pubblicando la lettera di alcuni consiglieri regionali che, in realtà, "abbiamo deciso di non spedire", ma soprattutto per la risposta. "Ci avete invitato a controllare il rendiconto e lo abbiamo fatto", rilevando che Rousseau "ha incamerato, ad esempio, solo nel 2019, per lo Scudo, 320mila euro, ne ha spesi 20mila e ne ha accantonati 125mila nel fondo per le spese legali". Ergo "restano ben 175mila euro che avrebbero potuto finanziare abbondantemente il servizio, senza la necessità di doverlo sospendere. Cosa che invece è stata fatta", rilancia l'ex deputata con una frase che lascia poco spazio alle interpretazioni: "I conti non tornano".

Nel post che ha dato il là allo scontro social, quello a firma dell'Associazione, però, ci sono anche altri dettagli a cui Casaleggio jr ha voluto dare una risposta. Innanzitutto sui tempi, perché lo Scudo "è la prima funzione nata dal Blog nel 2008, ancor prima che nascesse il Movimento 5 Stelle", mentre il contributo dei consiglieri regionali è partito dal 2017, ed è stato definito "da un regolamento emesso dal comitato di garanzia di cui fa parte Roberta Lombardi". Inoltre, chiarendo che "tutte le cause e materie legali gestite in nome del M5S sono state portate avanti per conto dei vari capi politici che si sono susseguiti", dunque bisogna rivolgersi a Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Vito Crimi per i dettagli. Rousseau non digerisce nemmeno un'altra parte della 'missiva-fantasma', circolata solo sulle chat e non in mano agli organi di stampa. "I nomi dei piccoli fornitori o anche dei dipendenti" sono "depositati presso gli organi deputati: il Parlamento e l'Agenzia delle Entrate". E in ogni caso gli stipendi medi iscritti dell'ultimo bilancio (1.600 euro mensili) "sono a livelli di mercato". Parafrasando un celebre adagio, la strada che porta agli stati generali è piena di ostacoli.

Nel frattempo Alessandro Di Battista lancia la sua "agenda 2020-2030", un vero e proprio programma politico in vista degli stati generali del 7 e 8 novembre prossimi, che "dovranno essere anche l'occasione di sciogliere determinati nodi sui quali oggi si hanno visioni differenti". Sembra ormai chiaro che in campo ci sarà anche il 'pasionario' nella contesa per la nuova leadership pentastellata. Con 50 proposte, divise in tre capitoli (Affrontare il mondo post-Covid, Altre battaglie e Rafforzamento del M5S), per il futuro del M5S. La sfida è cominciata, ma per Dibba lontana dal Pd.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata