Il leader della Lega e il presidente del Consiglio bisticciano anche sulla vicenda del coronavirus
Prove tecniche di 'disgelo' tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Dallo scorso agosto, dopo la crisi che ha portato alla fine del governo gialloverde, i due ex alleati sono diventati avversari, anzi 'nemici giurati', con tanto di colpi sferrati liberamente sotto la cintola. L'emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del coronavirus, però, sembrava stesse riuscendo nell'impresa (che sembrava impossibile) di riaprire un dialogo tra di loro. Almeno a distanza i due sono tornati a parlarsi, ma con botta e risposta sempre molto intensi e toni decisamente al limite del livello di guardia. La storia è nota, il premier ha rivelato di aver informato tutti i leader delle forze di opposizione tranne uno, il segretario del Carroccio. Sia Giorgia Meloni che Silvio Berlusconi hanno avuto un colloquio con il capo del governo, che invece ha provato a stabilire un contatto con Salvini, non solo con telefonate ma anche via messaggi WhatsApp. Inutilmente, però. Perché Conte dice di non aver mai ricevuto risposta ai suoi tentativi.
L'ex ministro dell'Interno, invece, racconta una storia totalmente diversa. Non lasciandosi scappare l'occasione di prendersela con il presidente del Consiglio, del quale prima chiede la testa per aver sottovalutato, con i suoi ministri, la portata dell'emergenza e le richieste dei governatori della Lega (sospensione di Schengen e controlli per chiunque mettesse piede in Italia), per poi tendergli la mano. "Il mio telefono è acceso giorno e notte, rispondo quotidianamente a decine di persone le più diverse, se il presidente del Consiglio vuole parlarmi è il benvenuto, non è pensabile che con i suoi potenti mezzi non riesca a rintracciarmi", fa sapere il leader del Carroccio.
Per dimostrare la buona volontà, Salvini offre pubblicamente collaborazione alla maggioranza. Alla sua maniera, però: "Siamo disponibili a sederci a un tavolo per trovare soluzioni", scrive infatti su Twitter, ma prima "il governo ritiri il decreto sulle Intercettazioni e il Parlamento si occupi di cose serie: siamo nel pieno di un'emergenza sanitaria ed economica". La risposta di Conte arriva a stretto giro di posta, e non è meno piccata: "Non vorrei essere costretto a mostrare i messaggi di Whatsapp e le telefonate a cui non è stata data risposta", ma "chi è leader dell'opposizione ha l'obbligo di non dire sciocchezze. E di non speculare". La vicenda non è affatto chiusa, dunque. Chissà, però, se la ragion di Stato prevarrà sulla politica e i suoi 'duelli'.
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