Il presidente del Consiglio alla riunione tecnica con amministrazioni locali e protezione civile: "Vicini alla comunità veneziana"
L'acqua alta che si è abbattuta su Venezia lascia danni per milioni di euro, mentre istituzioni e politica si stringono attorno a una città in ginocchio. Oggi è in programma il Consiglio dei ministri per proclamare lo stato di emergenza chiesto dal governatore Luca Zaia e sul quale il premier Giuseppe Conte ha anticipato "non ci sono ragioni per negarlo" e "stanzieremo i primi fondi".
"Siamo vicini alla comunità veneziana e a tutti coloro che amano la città – ha aggiunto Conte subito dopo la riunione tecnica sull'emergenza -. Venezia è un patrimonio storico e artistico, non solo dell'Italia ma dell'intera umanità".
Di conseguenze "incalcolabili" ha parlato il primo cittadino Luigi Brugnaro che ha ringraziato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tra i primi a chiamare il sindaco, per la vicinanza dimostrata: "E' veramente una brava persona che ha a cuore il futuro di Venezia e del paese", ha spiegato Brugnaro. "Si è informato sulla situazione in città. Tutte le volte che vado a Roma e lo vado a trovare si informa su Venezia".
Alla riunione tecnica sull'emergenza, hanno partecipato, con il premier e i rappresentanti delle amministrazioni locali, anche il ministro di Trasporti e Infrastrutture Paola De Micheli e la protezione civile.
I 187 centimetri di marea raggiunti martedì sono secondi solo alla piena del 1966, quando l'acqua alta arrivò a 194 centimetri: "È la seconda alta marea più importante della storia – ha spiegato Zaia ai microfoni di Rai Radio 1 -. L'acqua ha fatto tanti danni. Pellestrina, che è un'isola di Venezia, è totalmente sott'acqua. La quasi totalità di Venezia ha visto l'acqua. Acqua che ha fatto danni al patrimonio civile pubblico e ai monumenti: uno su tutti la Basilica di San Marco, e Ca' Pesaro che ha avuto un principio d'incendio".
Il pensiero di molti va al Mose, la grande opera progettata per difendere la città dall’acqua alta, al centro di polemiche e continui ricorsi dopo lo scandalo delle mazzette del 2014. Piccato il commento di Zaia: "Questa opera non dipende dalla Regione – ha spiegato – noi prendiamo solo atto che ci sono 5 miliardi di euro sott'acqua". "Se il Mose fosse entrato in funzione avrebbe bloccato le maree d notte", ha concluso, mentre Conte ha assicurato che il 93% dell'infrastruttura è completato e che i lavori verranno ultimati rapidamente.
"Ancora una volta il nostro territorio e le nostre popolazioni stanno pagando a caro prezzo gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici e la mancanza di un piano di contromisure adeguato e concreto – ha evidenziato la presidente del Senato Elisabetta Casellati -. Uno stato di fatto che non è più tollerabile".
Maggioranza e opposizione esprimono solidarietà a Venezia e alla popolazione colpita. Il leader della lega Matteo Salvini ha lanciato la proposta di stanziare per la città "uno dei tre miliardi che il governo vorrebbe regalare a chi paga con bancomat o carta di credito". Via social la risposta di Matteo Renzi: "Non è il tempo di fare polemiche, tutti uniti per rimediare ai danni. Un Paese serio si unisce, non si divide".
Gli occhi restano puntati su acqua e cielo: le previsioni non sono buone e, in settimana, maltempo e alta marea potrebbero tornare a colpire una città già allo stremo.
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