Scelte tecniche per Interni e Economia. In sospeso il nodo vice
Vicepremier e commissario Ue, due caselle di una stesso puzzle che rischiano di diventare un rebus. Una maggioranza da mettere in sicurezza, una squadra da formare rispettando le esigenze di M5s e Pd: sono due dossier da oggi sul tavolo del premier incaricato, Giuseppe Conte, che si intrecciano. Dai gruppi parlamentari l'avvocato di Taranto raccoglierà le richieste per un sostegno esterno al nuovo governo e già si parla di un esponente LeU, Rossella Muroni, pronta a rivestire un incarico all'Ambiente. Quest'ultimo dicastero dovrebbe però restare al Movimento 5 Stelle, con Sergio Costa fermo al suo posto, come del resto anche Alfonso Bonafede (Giustizia), Riccardo Fraccaro (Rapporti col Parlamento) e Elisabetta Trenta (Difesa). Per quanto riguarda il nodo del vicepremier, l'ipotesi più accreditata è che si cancelli questa figura, su cui Luigi Di Maio ha puntato per la formazione del nuovo esecutivo giallo-rosso. Spetterà a Conte, da presidente del Consiglio incaricato, sciogliere questo nodo, cercando di non riproporre lo stesso schema, già sconsigliato dal Colle, del governo giallo-verde. In casa pentastellata però non si molla la presa e si continua comunque ad insistere sulla necessità di avere sia Di Maio sia Zingaretti alle spalle del premier. Se i Dem riuscissero a portare a casa il vicepremier unico, viene spiegato, sarebbe Dario Franceschini a ricoprire questo ruolo. Se invece saltasse lo schema dei vice, l'ex ministro della Cultura potrebbe essere il prossimo sottosegretario alla presidenza del Consiglio. In un quadro del genere, Di Maio manterrebbe saldo il suo posto al Lavoro. Le altre caselle si risolverebbero poi 'a cascata': con Franceschini vice, Paola De Micheli andrebbe a palazzo Chigi come sottosegretario, liberando il Mise per Maurizio Martina, che invece tornerebbe all'Agricoltura se la vicesegretaria Dem andasse a via Veneto. Secondo le ultime indiscrezioni, invece, Andrea Orlando resterebbe fuori dal Governo. Il vicesegretario Pd potrebbe 'accontentarsi' della poltrona di capogruppo alla Camera, che Graziano Delrio sarebbe in procinto di lasciare per tornare al ministero dei Trasporti. La scelta di un fedelissimo come presidente dei deputati consentirebbe a Nicola Zingaretti di controllare meglio il gruppo di Montecitorio, a forte trazione renziana. Sarà comunque difficile che il Movimento lasci il Mit ai dem, visto che per quella casella è pronto, da tempo, Stefano Patuanelli. Nel caso tutto resti al suo posto, Delrio potrebbe approdare in un altro ministero. Restano confermate le scelte tecniche per via XX settembre e per il Viminale. Ieri è arrivata la richiesta di Mario Morcone, uno dei possibili candidati alla successione di Matteo Salvini, di abolire i decreti Sicurezza: "Questa sarebbe discontinuità", commentano i Dem. Per il Mef invece si pensa a un uomo di peso come Roberto Gualtieri o Carlo Cottarelli. Il cerchio si chiuderebbe con Lorenzo Guerini sempre più spostato verso gli Affari regionali e Nicola Morra all'Istruzione. Ma mentre per i ministri dell'esecutivo giallorosso c'è tempo per riflettere (Conte potrebbe sciogliere la riserva tra martedì e mercoledì), il tempo sta per scadere per il commissario Ue. L'Italia ha chiesto di esprimersi entro il 31 agosto e non il 26. Ursula von der Leyen preferirebbe una donna e dal Pd ancora non ci sarebbe un nome. Per questo resta ancora in piedi l'ipotesi Paolo Gentiloni, qualora agli Esteri si trovasse una soluzione diversa
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