Dopo le parole di Di Maio, che hanno scatenato l'ira di Parigi, il ministro dell'Interno rincara la dose. Conte prova a ricucire: "Amicizia solida al di là delle discussioni politiche"

Non bastavano le parole di Luigi Di Maio contro la Francia, che hanno spinto Parigi a convocare la nostra ambasciatrice. Matteo Salvini, al posto di calmare le acque, cavalca le accuse fatte dal collega e punta ancora una volta il dito oltralpe sui flussi migratori: "Sono tante le cause del problema: c'è chi in Africa sottrae ricchezza a quei popoli e a quel continente e la Francia è tra questi. In Libia la Francia non ha nessun interesse a stabilizzare la situazione". 

Sulla questione dell'accoglienza il leader della Lega ribadisce: "Noi stiamo lavorando in Africa. In Italia è finito il business dei trafficanti e di chi non scappa dalla guerra. I porti italiani sono chiusi. Ho gli italiani dalla mia parte, non cambio idea e vado avanti come un treno". Per il ministro degli Interni i migranti "si salvano, come ha fatto la guardia costiera libica, e si riportano indietro così la gente smetterà di pagare gli scafisti per un viaggio che non ha futuro. Più persone partono più persone muoiono".  E attacca ancora: "La Francia ha poco da arrabbiarsi, perché ha respinto decine di migliaia di migranti a Ventimiglia, lasciandoli lì come se fossero bestie. Lezioni di umanità da Macron non ne prendiamo".

Prova a gettare acqua sul fuoco il premier Conte, che parla di "rapporto forte e saldo" al di là delle discussioni politiche: "In un momento in cui l'Europa sta attraversando una fase particolarmente critica, schiacciata sotto il peso dei flussi migratori e incapace di esprimere una strategia politica condivisa e solidale, è legittimo interrogarsi sull'efficacia delle politiche globali che stiamo perseguendo sia a livello di Unione Europea sia a livello di Stati singoli. Questo non vuol dire mettere in discussione la nostra storica amicizia con la Francia, né tantomeno con il popolo francese".

"Questo rapporto rimane forte e saldo a dispetto di qualsiasi discussione politica – assicura – Ma quel che sta accadendo nel Mar Mediterraneo, con le tragedie e la difficoltà di realizzare un approccio strutturale al tema della regolazione e della gestione dei flussi, ci impone di allargare lo spettro della nostra riflessione".

E promette: "Continueremo a lavorare con le istituzioni di governo francesi – oltreché con le Istituzioni europee e con gli altri Paesi – fianco a fianco, nelle varie sedi istituzionali, per trovare soluzioni condivise" per il continente Africano. "La campagna elettorale può costituire, per le forze politiche europee, una buona occasione per confrontarsi su temi e questioni di politica europea ed estera, anche se questi rimettono a scelte operate in epoche ormai lontane. L'Europa deve battere un colpo e intervenire coralmente per sostenere più adeguatamente lo sviluppo economico e sociale dei Paesi africani. Tra gli strumenti utili a perseguire questo obiettivo vi è il Trust Fund per l'Africa, il cui finanziamento risulta del tutto inadeguato. Occorre impiegare maggiori risorse e dedicare maggiori energie a un Continente che deve essere messo in condizione di esprimere appieno le sue enormi potenzialità".

 

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