Intervista al politico e giurista dopo lo scontro Lega-M5S sulla proposta di riforma
Un referendum senza quorum "è un'assurdità, un fatto pericoloso" ed è "destabilizzante per le istituzioni" perché "permette a minoranze estreme, quasi inesistenti o irrisorie, di avviare un processo legislativo che può essere importantissimo e che è giusto sia consentito solamente a gruppi di una certa consistenza". Lo dice in un'intervista a LaPresse Mario Segni, considerato dai più 'il papà' dei referendum.
Matteo Salvini è per introdurre un quorum minimo al 33%. Secondo lei qual è la quota giusta?
Non è che ci sono numeri fissi, o si possa dire matematicamente che è esatta una soluzione o l'altra. Un'iniziativa importante che può essere determinante per le istituzioni come il referendum propositivo richiede comunque un numero di richieste, un numero di firme consistente, di una quota alta di popolazione. Non voglio stare qui a dare i numeri, ma serve comunque un quorum consistente.
Secondo lei Lega e M5S metteranno mano alla legge elettorale? Bisognerebbe farlo?
Bisognerebbe farlo, senza dubbio. Certo, bisognerebbe anche farlo bene. Magari tornassero a un sistema maggioritario, ma non mi pare ne abbiano nessuna intenzione. Quelle sono le riforme serie, non il referendum propositivo. Se veramente i 5 stelle, come dicono, vogliono introdurre un maggior potere del popolo, invece di andare dietro a queste che sono sciocchezze – lo scriva pure: sciocchezze – dovrebbero mettere mano a riforme serie come quella della legge elettorale in senso maggioritario. Quello è ridare potere al popolo.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata