La Torino-Lione sta assurgendo a simbolo dell'opposizione al populismo grillino
Il carro dei 'Si Tav' si fa sempre più affollato. Dopo la manifestazione organizzata da membri della società civile e dopo le dure posizioni contro i 5 Stelle assunte dalle associazioni di categoria e delle imprese, la politica non poteva esimersi dallo scendere sul campo di una battaglia che supera i confini piemontesi e nazionali. La corsa a intestarsi la lotta a favore della Torino-Lione ha un obiettivo, le elezioni europee di maggio, primo vero test sulle politiche del governo giallo-verde. Con questo in mente, dal Partito democratico a Fratelli d'Italia passando per Forza Italia, il Tav . E non importa se, per vincere la guerra, si dimenticano alleanze storiche.
A usare i termini più adatti, ancora un volta, è Silvio Berlusconi: la battaglia sulla Tav è anche una battaglia simbolica, che vede contrapposti quelli "che credono nello sviluppo del nostro Paese" ai grillini, "con la loro cultura del No, le loro deliranti teorie sulla decrescita, il tentativo di isolare l'Italia politicamente ed anche fisicamente dagli altri Paesi europei". Per questo, Forza Italia sarà in piazza sabato a Torino, davanti al municipio, "per dire un chiaro e forte sì all'Alta Velocità ferroviaria". Questa volta, saranno ben presenti e visibili le bandiere di partito. Addirittura, ha confermato la sua presenza il vicepresidente forzista, Antonio Tajani, che è anche presidente del Parlamento di Strasburgo, a sottolineare l'importanza europea dell'opera. La Torino-Lione è, infatti, 'l'anello mancante principale' del Corridoio Mediterraneo delle grandi reti Ue.
Nel panorama di centrodestra non poteva mancare anche Fratelli d'Italia: venerdì una delegazione, insieme ai rappresentati dei comitati '#nonperdereiltreno', consegnerà agli operai del cantiere Tav di Chiomonte alcuni prodotti d'eccellenza piemontesi donati dai produttori e dalle aziende locali. Un "gesto simbolico", come spiega la leader Giorgia Meloni, "per ribadire che realizzare la Tav vuol dire più ricchezza, nuovi posti di lavoro".
Un ennesimo richiamo all'alleato storico, a quella Lega che è sempre stata favorevole all'opera (si pensi alle battaglie portate avanti sul tema dall'ex governatore leghista del Piemonte, Roberto Cota) ma frenata dal rispetto del famoso contratto di governo siglato con i 5 Stelle.
Intanto, pressato da colleghi dell'esecutivo ma soprattutto dalle forze produttive, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha promesso di avere le analisi preliminari dell'analisi costi-benefici "già per la fine di dicembre", ribadendo come anche la Francia ha ritento legittimi gli interrogativi del governo italiano sulla Torino-Lione. Perché il Tav "è un progetto che costa diversi miliardi di euro, di cui bisogna garantire la redditività davanti ai contribuenti".
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