Nei moduli per i figli minori restano genitore 1 e 2. Ma il vicepremier non si arrende: "Vado avanti"

Una delle primi iniziative, arrivando al Viminale, era stato quello di volere la sostituzione, nei moduli per il rilascio della carta di identità elettronica per figli minorenni, di 'madre e padre' lì dove compariva 'genitore 1' e genitore 2'. Ora questa idea è stata bocciata dal Garante della privacy a cui il ministro dell'Interno, si era rivolto chiedendo un parere sulla scelta.

Ora il Garante si è espresso evidenziando "profili di criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un soggetto minore, è presentata da figure esercenti la responsabilità genitoriale che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica 'padre' o 'madre'".

Insomma una sorta di 'vulnus' che però risulta indigeribile a Salvini che ha immediatamente reagito al niet annunciando di non voler fare passi indietro. "Noi andiamo avanti, – tuona – non esiste privacy che neghi il diritto ad un bimbo di avere una mamma e un papà".

In realtà, ciò che fa notare il responsabile per la protezione dei dati personali ma anche Luigi Manconi direttore dell'Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri è che "la modifica esporrebbe al rischio di disparità di trattamento nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un soggetto minore, sia presentata da figure esercenti la responsabilità genitoriale che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica 'padre' o 'madre', come nel caso di persone dello stesso sesso.

Ma per Salvini è un problema più ideologico che si privacy. La partita, quindi, rimane aperta.

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