È probabile che il nome del segretario si aggiunga alla rosa di candidati finora usciti allo scoperto: Nicola Zingaretti, Matteo Richetti e Francesco Boccia

Meno uno al Forum nazionale del Pd e, forse, all'avvio del congresso. Al The Mall di Milano, sabato o domenica, potrebbe arrivare l'annuncio delle dimissioni di Maurizio Martina da segretario, precondizione per dare il via alla nuova fase. Servirà però un'assemblea apposita per ratificarle ed eleggere subito un nuovo segretario (ipotesi più remota) o iniziare la fase congressuale (strada auspicata da tutti, tranne dai renziani).

Attesi sabato al Forum il leader Pedro Sanchez e Walter Veltroni, dal socialismo spagnolo al riformismo italiano. È probabile che il nome di Martina si aggiunga alla rosa di candidati finora usciti allo scoperto: Nicola Zingaretti, Matteo Richetti e Francesco Boccia. Il segretario non scopre le sue carte, ma pare che la macchina organizzativa si sia già mossa, proprio a partire da Milano dove Martina ha la sua base elettorale.

Non si è accesa ancora la luce verde su Marco Minniti, presente alla Leopolda ma silente. L'ex ministro dell'Interno potrebbe sciogliere la riserva in occasione della presentazione del suo libro a Roma (il 6 novembre) o a Firenze, dove potrebbe partecipare anche Matteo Renzi, finora rimasto dietro le quinte. Sembra invece essere rientrata l'ipotesi che vedeva Teresa Bellanova in pole subito dopo Minniti. Molto applaudita l'ex viceministra nella kermesse fiorentina dove è stata una delle poche figure politiche a parlare dal palco.

Va avanti l'iniziativa renziana dei comitati civici, ma per ora pare non esserci nessuna ipotesi di scissione interna, almeno finché la legislatura regge. Le regole prevedono infatti che non si possa costituire nessun nuovo gruppo parlamentare rispetto a quelli che si sono presentati alle elezioni: i renziani quindi, se volessero andare per conto proprio, dovrebbero confluire nel Misto e non potrebbero costituire un gruppo parlamentare autonomo. Se sul nome del prossimo segretario è buio fitto, l'unico faro per ora sono le regole.

Dopo l'assemblea costituente di Milano, il primo giro di consultazioni è il voto degli iscritti nei circoli. Serve a scremare le candidature, determinandone le prime tre: per accedere alle primarie infatti bisogna prendere almeno il 5%. Il segretario dovrà raggiungere il 50 per cento più uno dei voti delle primarie, aperte a iscritti e a elettori. Una o due settimane dopo le primarie, viene convocata l'assemblea con la proclamazione del vincitore. Se questo non avviene, cosa possibile, l'assemblea vota il segretario tra gli ammessi alle primarie. In questo caso, determinante sarà la composizione della nuova assemblea che uscirà dal congresso. 

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