Il ministro taglia corto: "Ce lo aspettavamo". E torna all'attacco: "Tra sei mesi questa Europa sarà finita"
La bocciatura dell'Ue sulla manovra non preoccupa Luigi Di Maio. "Ci aspettavamo che questa manovra non piacesse a Bruxelles. Adesso inizia la fase di discussione con la Commissione europea, ma deve essere chiaro che indietro non si torna. Per quanto mi riguarda questa non deve essere una manovra che deve sfidare Bruxelles e i mercati, ma per ripagare il popolo italiano di tanti torti subiti", ragiona il ministro dello Sviluppo economico e vicepremier, intervenendo al 'Villaggio Coldiretti' al Circo Massimo. "Ci sta ovviamente una interlocuzione nei prossimi mesi e nelle prossime settimane – aggiunge -. Apprezzo il fatto che questa lettera sia stata mandata a mercati chiusi e ora abbiamo tutto il weekend per discutere di questa missiva a mezzo stampa". Il ministro del Lavoro continua: "So che il presidente Fico nei prossimi giorni andrà a Bruxelles, saremo tutti compatti e faremo lavoro di squadra per spiegare alla Commissione europea che gli italiani hanno bisogno di queste misure che non sono spot ma finalmente cambiamo la vita delle persone".
"Non c'è nessun 'piano B' – sottolinea ancora Di Maio – e non c'è nessuna volontà di arretrare". Poi la stoccata: "Questa Europa qui tra sei mesi sarà finita". "Come c'è stato un terremoto alle elezioni politiche in Italia, a maggio ci sarà un terremoto anche alle elezioni europee".
E in merito al primo test con Bruxelles, il prossimo 15 ottobre? Anche qui nessun timore per il pentastellato: "Io non sono preoccupato, perché dopo tanti anni abbiamo scritto una manovra del popolo, e per questo non si può essere preoccupati". "Sono tranquillissimo – ribadisce – anche perché abbiamo tanto ancora da fare".
Ed ecco allora i prossimi passi: "Adesso nella legge di Bilancio dovranno entrare norme per rendere più trasparente e più veloce la sanità. Ci saranno norme per l'export e per il made in Italy e ci saranno provvedimenti che riguardano la sburocratizzazione, perché se da una parte aiutiamo le persone ad andare in pensione, a trovare lavoro e ad avere meno tasse soprattutto per le partite iva e le pmi – continua-; dall'altra il miglior modo per rilanciare le imprese e dare un aiuto ai nostri imprenditori è lasciarli in pace. Quindi, dobbiamo abolire un bel pò di leggi: io ne abolirò 240 nel codice del lavoro, che riassumerà in un unico codice la foresta di norme che ci sono e poi decine e decine di certificazioni saranno eliminate e abbiamo già pronto l'elenco e lo conoscerete tra qualche giorno".
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