Fatto l'accordo: rate da 600 mila euro all'anno. Il Procuratore di Genova Franco Cozzi: "E' una prassi. Così abbiamo fatto gli interessi dello Stato". Ma le indagini non si interrompono

Alla fine l'accordo è arrivato. La Lega restituirà 49 milioni di euro in rate da 600mila euro all'anno. In tutto, lo Stato italiano ci metterà un'ottantina d'anni per recuperare tutti i fondi elettorali che per il Tribunale di Genova il Carroccio avrebbe incamerato illecitamente tra il 2008 e il 2010. E che ora, come ha stabilito il Tribunale del Riesame il 6 settembre, dovrà rifondere all'Erario.

Per la Procura di Genova, guidata da Francesco Cozzi, la via più percorribile per fare rientrare quei fondi nelle casse dello Stato era quella di andare incontro agli avvocati della Lega, che hanno proposto un accordo sulle modalità di esecuzione del maxi sequestro. "Non si tratta di un accordo – tiene a precisare -, ma di una istanza da parte della difesa che attiene alle modalità di sequestro preventivo ed eseguibile" e che è stata accolta dalla Procura.

I rimborsi illeciti, al netto dei 3 milioni di euro già 'congelati' lo scorso anno e dei circa 130-140mila euro che sono depositati attualmente sui conti del Carroccio, verranno restituiti in tranche di 100mila euro ogni due mesi. I soldi saranno versati su un conto corrente dedicato, a disposizione della guardia di finanza. I fondi potranno arrivare o dall'affitto della storica sede di via Bellerio o da quello che il partito ottiene in altro modo e verrà scritto nel bilancio certificato a partire dall'esercizio del 2019.

"Abbiamo fatto quello che viene fatto in altre procedure analoghe, laddove agiamo in esecuzione – ha proseguito il procuratore Cozzi -. È un meccanismo che la Procura ha già seguito per i crediti erariali, per cui una società può subire sequestro preventivo. Credo che abbiamo raggiunto un punto di equilibrio e perseguito gli interessi dello Stato". C'è chi ipotizza che quella degli avvocati del Carroccio sia una mossa studiata apposta per evitare intrusioni investigative nei conti del partito, ma soprattutto in quelli delle associazioni e fondazioni a cui hanno dato vita i fedelissimi del ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Finanze che per la Procura e le fiamme gialle potrebbero rientrare nella definizione di "riconducibili" al Carroccio, ossia, come hanno messo nero su bianco i giudici del Riesame, che sarebbero immediatamente da 'congelare' in attesa della sentenza definitiva sulla Rimborsopoli padana.

C'è chi invece, tra gli inquirenti, tiene a ricordare che "quello di oggi non è un accordo simile a quelli che si stringono negli Stati Uniti con la Procura, che estinguono tutti i reati commessi". Nulla impedisce alla Procura di Genova di continuare a indagare. Se i pm liguri, ad esempio, dovessero provare che 10 di quei 49 milioni sono stati effettivamente trasferiti in Lussemburgo, verrebbero sequestrati

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