Il vicepremier sull'indagine giudiziaria che coinvolge il ministro dell'Interno: "Il governo è compatto". Renzi: " Doppia morale è una vergogna"

La polizia di Stato ha eseguito quattro decreti di fermo nei confronti di tre cittadini egiziani e di uno del Bangladesh, ritenuti i presunti scafisti che hanno condotto l'imbarcazione con a bordo i migranti poi soccorsi dalla Diciotti e sbarcati in Sicilia. Ai quattro, secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, vengono contestati associazione per delinquere finalizzata alla tratta di persone, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, violenza sessuale e procurato ingresso illecito.

Nel frattempo, all'indomani dello sbarco dei 137 migranti e dell'iscrizione nel registro degli indagati di Matteo Salvini per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio, ha preso la parola il vicepremier Luigi Di Maio definendolo "un atto dovuto. Ora diranno che era dovuto indagare Salvini, ma atto dovuto significa che si indaga una persona in quanto titolare delle decisioni su quella materia. Ricorderete che questa cosa la abbiamo vista a carico di nostri sindaci in passato – ha spiegato in un video su Facebook – Nel nostro contratto di governo c'è anche il codice etico dei ministri e secondo questo codice etico dei ministri e anche del M5s il ministro dell'Interno deve continuare a fare il ministro in questo momento. È nostro diritto attuare il programma elettorale, ma è diritto dovere della magistratura portare avanti procedimenti giudiziari. Pieno rispetto per la magistratura", ha osservato.

Salvini, dal canto suo, dopo l'attacco dal palco del suo comizio a Pinzolo ("Possono arrestare me, ma non la voglia di 60 milioni di italiani, indaghino chi vogliono. È una vergogna"), questa mattina ha precisato: "Io continuo, orgoglioso, il mio lavoro. Sperando di poterlo fare senza essere indagato, ho finanziato per la prima volta l'iniziativa 'Scuole sicure', che prevederà controlli straordinari anti-droga in numerose città per bloccare gli spacciatori di morte (spesso immigrati irregolari) davanti alle scuole italiane, alla riapertura di settembre". 

Il ministro non sembra per niente preoccupato e su Facebook ha postato una foto che lo ritrae mentre beve una pinta di birra e pesca. A corredo questa didascalia: "Sempre più determinato a difendere gli italiani, un brindisi a chi indaga, insulta o ci vuole male!". Si è detto "sereno, tranquillo e determinato"anche Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del ministro dell'Interno. Secondo fonti, Piantedosi non è turbato dall'indagine del pm di Agrigento e il suo rapporto con Salvini, professionale e umano, non è in discussione e si è addirittura rinforzato. Piantedosi è convinto che sull'affaire Diciotti non sia stata violata alcuna norma.

 

Lo stesso Di Maio è convinto che tutte le mosse degli ultimi giorni siano state fatte nell'interesse nazionale: "Non facciamo piombare di nuovo questo paese negli scontri fra pm e procure e politica. Le nostre responsabilità ce le assumiamo come governo, coscienti del fatto che abbiamo l'interesse nazionale e ci difenderemo per questo, per le decisioni che abbiamo preso. Ma non per questo ora dobbiamo cominciare ad attaccare i pm che portano avanti il loro lavoro. Poi se le indagini raggiungeranno obiettivi o saranno archiviate lo si deciderà nell'ambito del procedimento". Una precisazione, inoltre, su Angelino Alfano indagato per abuso di ufficio: "Qualcuno mi dice 'tu avevi chiesto le sue dimissioni'. Mica c'era bisogno di una indagine per chiedere le dimissioni di Alfano, noi dicevamo che Alfano di doveva dimettere in quanto tale, ne aveva fatte già abbastanza. Ora è un privato cittadino, non voglio infierire su di lui, ha scelto di non candidarsi come pochi altri. All'epoca ogni motivazione era buona per mandare a casa Alfano. Alfano doveva dimettersi in quanto Angelino Alfano".

 

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