Intervista al Corriere della Sera. Duro sulle delocalizzazioni. Sulla Tav non c'è accordo e sull'Ilva "ancora non ci siamo". No alla leva militare obbligatoria. Vaccini: "M5S mai stato contro"

Attacca i "prenditori" sulle delocalizzazioni, afferma che sui vaccini il M5S "non è mai stato contrario" e che "con la salute non si scherza". Ma ammette che sulla Tav ancora non c'è un accordo tra gli alleati di governo e che "sull'Ilva ancora non ci siamo". Un Luigi Di Maio a tutto campo nell'intervista di oggi al Corriere della Sera. Un vicepremier che fotografa abbastanza nitidamente la realtà di tanti problemi aperti.

I "prenditori" – "Mi sto battendo per risolvere il problema dei 'prenditori' che se ne vanno all'estero e, come ha fatto la Bekaert, lasciano 318 famiglie in strada. Prima, se un'azienda delocalizzava, i lavoratori avevano la Cassa integrazione per 36 mesi, circa l'80% dello stipendio. Da quando il Jobs Act l'ha eliminata finiscono nel vortice dei centri per l'impiego a 50 o 60 anni. Finché non li riformeremo queste famiglie hanno bisogno di aiuto".

Ilva – "Quando ci saranno i presupposti per un accordo li metteremo sul tavolo e cercheremo un'intesa, ma ancora non ci siamo". Di Maio ammette che sull'Ilva la questione non è ancora vicina a una soluzione.


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