"Dove troverete i soldi per la flat tax?". E a Salvini: "Adesso deve parlare da ministro. Non può dire ai migranti: la pacchia è finita"
L'ex segretario è tornato. Un Matteo Renzi in grande spolvero ruba la scena nell'aula del Senato per ribadire un concetto – il Pd è "un'altra cosa" rispetto al governo giallo verde – e dettare la linea al partito. Al richiamo del premier Conte a un'opposizione responsabile, Renzi replica assicurando che il Pd pur non votando la fiducia avrà rispetto del presidente del Consiglio fuori e dentro l'aula: "Noi non saliremo sui banchi, non occuperemo le aule, non insulteremo", elenca. Chi ha orecchie per intendere, intenda. Poco più di dieci minuti di intervento con un'esegesi di mezz'ora fra il Transatlantico e la buvette.
Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono "due facce della stessa medaglia, non considerate questo il pluralismo di domani", ragiona con i suoi. Ancora: "Un premier non eletto, una 'coalizione' non votata… È un'operazione politica indifendibile secondo i criteri dei Cinquestelle versione originaria". Il messaggio di Renzi come sempre è rivolto a chi sta a casa, ai cittadini, agli elettori. "Noi – riflette – potremmo fare a Cinquestelle e leghisti pelo e contro pelo così come loro hanno fatto con noi, ma noi siamo tutt'altro", si sfoga e cita la strumentalizzazione delle vicende giudiziarie di suo padre Tiziano, del padre di Maria Elena Boschi o del figlio di Graziano Delrio. "Ho cercato di non essere polemico", dice commentando il suo intervento. Però tiene il punto: la Flat tax la fanno o no? E il reddito di cittadinanza? Servono 20 miliardi. Cinque miliardi per eliminare la legge Fornero sono una bazzeccola, sottolinea.
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