E' ancora stallo, e non solo sui nomi. Mattarella concede qualche altro giorno

Dopo 3 giorni di trattative sembrava che Luigi Di Maio e Matteo Salvini avessero trovato la quadra sul contratto per il prossimo governo. Invece, oltre al nodo del premier, Di Maio ha chiesto al presidente Mattarella altro tempo per completare il testo. Finito l'incontro al Colle, ha dichiarato inoltre che, d'accordo con Salvini, non verranno fatti nomi pubblicamente. Il leghista ha precisato che serve qualche altra ora per trovare un'intesa su alcuni temi importanti, altrimenti "se ci rendiamo conto che non siamo in grado non cominciamo neanche".

Vista la situazione, Mattarella ha fatto sapere che non intende impedire la nascita di un governo politico che avvii finalmente la legislatura. Il capo dello Stato, a quanto si apprende, ha quindi preso atto della richiesta di Lega e M5S di avere qualche giorno in più di tempo. Le forze politiche, da parte loro, faranno sapere al presidente quando saranno pronte.

IL TURNO DI SALVINI – Salvini, accompagnato dai capigruppo Giancarlo Giorgetti (Camera) e Gian Marco Centinaio (Senato), è arrivato alle 18 al Colle per l'incontro con il capo dello Stato. Durante la conferenza stampa post colloquio, il leghista ha precisato di aver "chiesto qualche altra ora per vedere se su alcuni temi si trova l'accordo". "Il governo parte se può fare le cose – ha aggiunto – se ci rendiamo conto che non siamo in grado non cominciamo neanche. Nelle prossime ore se si trova una quadra si parte, non prendiamo in giro il presidente o gli italiani". "Su qualche punto importante, penso alle infrastrutture, ci sono delle visioni diverse", ha detto ancora il leader del Carroccio. 

"Non stiamo questionando sui nomi, capisco la passione giornalistica per il totopremier e il calcio mercato, banalmente stiamo discutendo, anche animatamente, sull'idea di quello che bisogna fare", ha sottolineato Salvini. "Gli accordi un tanto al chilo non fanno per me".

DI MAIO AL COLLE – Di Maio, accompagnato dai due capigruppo di Senato e Camera, Danilo Toninelli e Giulia Grillo, ha incontrato il presidente Mattarella al Quirinale. Il capo politico del Movimento 5 Stelle ha chiesto altro tempo per completare il contratto e ha fatto sapere che non verranno fatti nomi pubblicamente. "Abbiamo chiesto altro tempo per ultimare il contratto di governo. Qualche altro giorno per chiudere il contratto di governo e metterlo ai voti". 

Il testo, ha spiegato Di Maio, "mette dentro i punti programmatici delle due forze. Noi lo sottoporremo ai nostri iscritti con un voto online che sarà chiamato a decidere se far partire questo governo con questo contratto o no ". E sul fronte premier: "Siamo d'accordo con Salvini che nomi pubblicamente non li facciamo".  

REBUS PREMIER: BOCCIATO SAPELLI, ANCORA NO A DI MAIO – Per quanto riguarda il nome del possibile futuro premier, i due non hanno ancora identificato la persona giusta. Nelle ultime ore esce definitivamente di scena anche il nome dello stesso Di Maio che sembrava potesse essere una carta di riserva da giocarsi alla fine in caso di difficoltà estreme: "Di Maio premier? No" è la frase lapidaria con la quale Salvini ha risposto a chi gli poneva la domanda.

Nel tritacarne di queste ore finisce anche Giulio Sapelli, economista e docente di Storia economica alla Statale di Milanopassato dal totonomi da portare al Quirinale allo stop dei pentastellati in poche ore. "Ho incontrato il M5S e la Lega domenica sera. Vorrà dire – commenta Sapelli – che hanno cambiato parere. Io ci tenevo a fare qualcosa, perché avevo letto il loro programma e mi sembrava un buon programma ma a condizione che ci fosse Siniscalco accanto a me, cioè una persona di alto profilo a ricoprire il ruolo di Ministro del Tesoro e poi perché il premier deve scegliere i suoi ministri". 

MELONI SI SFILA – Intanto la coalizione di governo perde l'ultimo pezzo: dopo Silvio Berlusconi, anche Giorgia Meloni fa un passo indietro: "Io non penso, in queste condizioni, che possiamo partecipare all'esecutivo". "L'Italia non ha bisogno di un governo qualunque, con troppi compromessi al ribasso", ha detto Meloni. La presidente di Fratelli d'Italia ha sottolineato anche che "non può essere secondario il profilo del premier". "Non possiamo far parte di un governo a guida 5Stelle: non è giusto che il Movimento, che è arrivato secondo, esprima il nome del premier", ha aggiunto. Secondo la leader di FdI l'incarico andrebbe dato al centrodestra e il presidente Mattarella avrebbe fatto una scelta precisa decidendo di non assegnarlo alla coalizione: "Mi vergognerei a buttare la mia storia e la mia persona per una poltrona da ministro". 

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