Dopo il vertice in mattinata al Pirellone, i due leader politici si riuniscono ancora e annunciano: "Faremo un nome solo e sarà politico"

Alla fine l'accordo per il governo giallo-verde si è trovato. Dopo due giorni di trattative a Milano, il Movimento 5 Stelle e la Lega hanno chiamato il Quirinale per dirsi pronti a riferire "su tutto". I leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini, accompagnati dai rispettivi capigruppo, saliranno al Colle per un nuovo giro di consultazioni con il capo dello Stato, Sergio Mattarella.

La conferma è arrivata dopo una giornata di lavoro tra le delegazioni al Pirellone di Milano e un incontro riservato di un'ora tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini nello studio del parlamentare pentastellato Stefano Buffagni, nel centro del capoluogo lombardo. "È stata una giornata molto produttiva. A momenti chiamiamo il Quirinale e diamo tutte le informazioni", ha detto Di Maio prima di lasciare Milano, assicurando che il prossimo sarà "un premier sempre politico e mai tecnico". Poco prima il segretario del Carroccio aveva confermato che "si lavora su tutto, sabato, domenica, giorno e notte" e a chi gli chiedeva se a Mattarella sarà portato un nome solo o una rosa di candidati, Salvini ha risposto: "Non è che portiamo una squadra di calcio".

Quello che è certo è che nessuno dei due leader andrà a Palazzo Chigi: la persone scelta sarà una "figura terza" e di "altissimo profilo". Ma "questa figura sarà politica", assicurano fonti vicine al Movimento, "espressione di un governo con un programma politico e due capi politici". Al Colle sarà portata una bozza 'sostanziale' di contratto, anche se i lavori del tavolo tecnico per il 'contratto di governo del cambiamento' continueranno nella giornata di lunedì. "Tanti nodi risolti, contratto a buon punto. Riprenderanno lunedì a Roma alle 14.30 presso gli uffici del gruppo Lega alla Camera", informa il Carroccio.

Alla seconda giornata di vertice per la stesura del patto di governo hanno partecipato, oltre ai due leader, per il Movimento 5 Stelle i deputati Laura Castelli, Alfonso Bonafede e Vincenzo Spadafora, il capogruppo al Senato Danilo Toninelli e il portavoce Rocco Casalino. Per la Lega il capogruppo a Palazzo Madama Gian Marco Centinaio, il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, i deputato Nicola Molteni e Claudio Borghi, il senatore Armando Siri. Nel documento, oltre ai temi già affrontati sabato – flat tax, Ilva, pensioni, migranti – sono entrati anche quelli dei tagli agli sprechi, della meritocrazia e del reddito di cittadinanza. Proprio sul cavallo di battaglia dei 5 stelle e sulla riforma della legge sulle pensioni si è trovata la quadra per superare le incertezze degli esponenti pentastellati, che temevano un programma troppo sbilanciato a destra. "Non ci sono punti su cui non c'è accordo", ha confermato Castelli lasciando Palazzo Pirelli. "Oggi abbiamo parlato di lavoro, superamento della Fornero, quota 100, categorie usuranti. Abbiamo fissato dei punti, è un lavoro laborioso, ci vuole tempo", ha aggiunto. La deputata ha sottolineato che nel contratto c'è "il nostro reddito di cittadinanza per intero, senza alcuna limatura" e quindi senza i limiti temporali di cui si era parlato nelle scorse ore. Confermato anche l'accordo sulla legge Fornero: "Assolutamente sì, abbiamo chiuso". "Il programma elettorale è praticamente definito. Ci sono limature da fare su alcuni punti, ma ci stiamo lavorando", ha spiegato Centinaio al termine della giornata.

L'ottimismo era trapelato dai due schieramenti fin dalla mattinata, insieme alla speranza di poter chiudere definitivamente la trattativa entro domenica sera. Luigi Di Maio si era mostrato fiducioso, attorno alle 14, mentre usciva dal Pirellone per andare a pranzo a Porta Venezia. "Qui si scrive la storia: per la prima volta nella storia si sta facendo una trattativa sui temi", ha detto, "ovviamente servirà un po' di tempo". Anche Matteo Salvini ha abbandonato il tavolo tecnico attorno all'ora di pranzo, senza parlare. La fuga dei due capi politici ha provocato un susseguirsi di voci su un possibile incontro riservato, nella sede della Lega in via Bellerio, a casa di Matteo Salvini o alla Casaleggio associati. E una caccia all'uomo da parte di cronisti e fotografi si è scatenata in tutta la città. Il mistero si è risolto solo attorno alle 18.30, quando si è saputo del nuovo faccia a faccia tra i leader. Un colloquio da cui è arrivata la conferma: il patto regge, domani Mattarella sarà messo al corrente di tutto. Compresa la questione, ancora aperta, del nome del presidente del Consiglio. 

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