Cancellati tutti gli effetti della legge Severino, scattati dopo la condanna a 4 anni per frode fiscale. Esulta FI: "Giustizia è fatta"

Silvio Berlusconi può di nuovo candidarsi alle elezioni. Se si dovesse tornare alle urne, il Cavaliere avrebbe il diritto di presentarsi alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica, riguadagnado così il centro della scena politica. E' l'effetto della decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che gli ha concesso la riabilitazione, cancellando così tutti gli effetti della condanna a 4 anni (di cui 3 coperti da indulto) per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset e superando l'incandidabilità imposta dalla legge Severino.

La decisione è stata presa dai giudici venerdì pomeriggio in camera di consiglio, con qualche settimana di anticipo rispetto alle attese. A fare domanda di riabilitazione erano stati, il 12 marzo scorso, i legali del Cavaliere Franco Coppi e Niccolò Ghedini. Istanza che era stata presentata a tre anni di distanza, come prevede la legge, dall'espiazione completa della pena da parte di Berlusconi.
Il 1 agosto 2013 dalla Corte di Cassazione aveva confermato la condanna a 4 anni di reclusione (di cui 3 coperti da indulto) per frode fiscale in relazione alla vicenda dei diritti tv di Mediaset. Il Cavaliere ha espiato la pena facendo volontariato una volta alla settimana all'istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, nell'hinterland di Milano, dove ha svolto fino all' 8 marzo del 2015 attività con i malati di Alzheimer. Dall'8 marzo 2018, dunque, poteva chiedere la riabilitazione.

L'ex premier riguadagna così la possibilità di candidarsi e vengono cancellati gli effetti della legge Severino che stabilisce che un condannato a più di 2 anni di reclusione per delitti non colposi, quindi compiuti intenzionalmente, per reati punibili con almeno 4 anni di carcere, non possa essere eletto in Parlamento per i 6 anni successivi. Contro questa norma i legali di Berlusconi hanno anche fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo. L'udienza di fronte ai giudici di Strasburgo si è svolta il 27 novembre dell'anno scorso e la decisione è attesa per il prossimo autunno.

Nel frattempo, però, Berlusconi, grazie alla decisione della Sorveglianza, ha già recuperato la piena agibilità politica, circostanza che sposterà inevitabilmente gli equilibri nel centrodestra. Immediate le reazioni dei suoi alleati. "Berlusconi che torna candidabile è una buona notizia per lui, e ne sono davvero felice, e soprattutto per la democrazia", è stato il commento del segretario della Lega, Matteo Salvini, che nel pomeriggio è impegnato al Pirellone con il leader del M5S Luigi Di Maio a limare l'intesa per un governo giallo-verde. "La riabilitazione di Silvio Berlusconi è un atto di giustizia che restituisce piena rappresentanza a milioni di elettori. Al presidente di FI le mie più sentite felicitazioni e quelle di Fratelli d'Italia", ha detto la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

Più critiche, anche se tutte ispirate al garantismo, invece, le reazioni da parte del centrosinistra. "La riabilitazione di Berlusconi è conseguenza di una legge della Repubblica e come tale va rispettata. Mi auguro che questo principio, che deriva da quelli costituzionali, possa essere tenuto a mente quando si riflette di recupero e riabilitazione di altre persone – ha sottolineato il ministro della Giustizia Andrea Orlando – : oggi il provvedimento che consentirebbe un percorso di recupero dei detenuti è fermo in Parlamento, ostaggio di Movimento 5 Stelle e Lega". "La notizia per alcuni sarà buona, per altri meno, ma è una sentenza e va rispettata", ha detto a caldo Gianni Cuperlo. "Berlusconi? Se uno ha scontato quello che doveva scontare è normale che venga riabilitato", ha precisato Nicola Fratoianni, coordinatore di Sinistra Italiana e deputato di LeU.

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