È stato appena rieletto governatore del Lazio. "Merito di un progetto politico che rilancia lo spirito dell'Ulivo"
Nicola Zingaretti, governatore rieletto del Lazio, non si tira indietro di fronte a un partito logorato che rischia l'implosione. Un congresso del Pd con tema "l'articolo 3 della Costituzione, l'uguaglianza" che sia "aperto e unitario" dove "io ci sarò, anche alle primarie non escludo nulla", spiega Zingaretti, di fatto scendendo in campo quando i dem saranno chiamati a rinnovare i vertici del partito. E il presidente della Regione Lazio, che non può di certo essere annoverato tra i 'renziani', ha anche ben in mente quale strada politica bisogna percorrere per riportare il Nazareno in pista.
La vittoria in Regione è anche merito "di un progetto politico che nel Lazio ha unito tutta la sinistra. Abbiamo fatto l'accordo con Liberi e Uguali, avevamo con noi i sindaci, le liste civiche e, soprattutto, i giovani. E' un modello che rilancia lo spirito dell'Ulivo. Ed è il modello che vorrei proporre a livello nazionale". Riunire la sinistra, tornare sul territorio, ascoltare la gente e fare delle loro esigenze un programma nuovo, non per una "rifondazione", spiega Zingaretti, ma per una "rigenerazione non solo del Pd, ma di tutta la sinistra. E senza accordi calati dall'alto, ma aprendo un grande confronto, vero e forte".
Poi insiste: "Dobbiamo stare all'opposizione. Non siamo stati noi a deciderlo, ma gli elettori". A suonare la carica anche Carlo Calenda, che oggi si è iscritto ufficialmente al Partito democratico: "La parola che dobbiamo sconfiggere è 'inevitabile'. Per molti anni abbiamo visto molti fenomeni come inevitabili, ma la sinistra deve difendere le persone dall'inevitabilità" . "Il giorno dopo la sconfitta mi sono svegliato con la consapevolezza che se continuiamo con questa autoflagellazione – sottolinea – le prossime elezioni saranno fra M5S e Lega e quella sarà la fine della partecipazione democratica in Italia".
La proposta targata Zingaretti è apprezzata su più fronti e non risulta indifferente a Liberi e Uguali: "E' un interlocutore di cui tenere conto – dice Alfredo D'Attore, contattato da LaPresse – la sua analisi è positiva, soprattutto nella parte in cui dimostra la consapevolezza della gravità della situazione non solo nel Partito democratico ma in tutta la sinistra". Sulla possibilità che la figura del governatore possa aiutare alla riapertura di un dialogo tra Pd e LeU, D'Attorre non chiude affatto la porta: "La sua è una proposta di discontinuità, con lui si potrebbe cominciare una riflessione seria e in questo senso è apprezzabile il riferimento all'articolo 3 della Costituzione. E' presto per dire dove la sinistra andrà, ma si potrebbero gettare le basi per il dialogo".
La figura di Zingaretti potrebbe fare quindi da collante in una sinistra divisa e 'acciaccata' dai risultati elettorali. Ad applaudire il gesto e l'impegno lo stesso Andrea Orlando: "Credo sia giusto sottolineare come Nicola abbia anteposto al tema della sua eventuale candidatura il tema di un percorso che riveda le regole, le modalità e in seguito a questo non abbia escluso la sua corsa, la possibilità che lui stia in campo. Credo per il Pd questa sia una buona notizia".
"Anche se – aggiunge il ministro – credo che vada presa sul serio la prima parte del suo ragionamento, cioè che prima ancora di arrivare alle candidature sia opportuno ridefinire il quadro e anche rifondare il Partito Democratico con regole nuove". La candidatura di Nicola Zingaretti alle primarie del Pd "potrebbe essere una candidatura su cui investire per ricostruire un campo democratico e di sinistra in Italia", commenta Sergio Chiamparino, che annuncia di essere anche lui stesso disponibile a spendersi per guidare il Pd: "Io appartengo a una generazione in cui il noi viene prima dell'io. Ma se non ci fossero proposte credibili potrei anche decidere di candidarmi" alle primarie del Pd.
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