La dichiarazione del candidato premier M5s ha ricordato a molti quella del leader della Lega sullo stesso tema

È di nuovo la polemica sui vaccini ad accendere la campagna elettorale. Sono le parole del leader Cinquestelle Luigi Di Maio a far scaldare l'arco parlamentare: "Faremo una legge per raccomandare l'uso dei vaccini. Noi siamo a favore della raccomandazione e per l'obbligo com'era inteso prima del decreto Lorenzin". Quindi 4 vaccinazioni obbligatorie e non dieci come adesso, per il resto varrà la 'raccomandazione' e non la coercizione. Immediata la replica della ministra della Salute.

"Di Maio come Salvini: sui vaccini, come su tutto il resto, il populismo parla la stessa lingua. Gli italiani sapranno valutare la serietà dei programmi e delle persone. Avanti con il buon senso, avanti con CivicaPopolare!", scrive su twitter Beatrice Lorenzin. E il virologo schierato contro i No Vax Roberto Burioni sottolinea come la legge Lorenzin di fatto "funzioni", nessuna esigenza dunque di cancellarla. Stessa ironia da parte di Maurizio Lupi, coordinatore di Noi con l'Italia: "Se c'è una legge che funziona Di Maio la vuole abrogare. Se l'Italia fa un passo avanti i 5 stelle ne fanno due indietro. La chiamano decrescita felice". Tuona Matteo Renzi (sempre sui social): "Il capo dei cinque stelle Di Maio dice che cambieranno la legge sull'obbligatorietà dei vaccini. La stessa cosa la dice Salvini. Finché sparano numeri a casaccio sui redditi di cittadinanza e le flat tax, pensi: sono proposte strampalate, ma tanto le coperture economiche non ci sono. Quando però pensi ai vaccini, ai tuoi figli, alla sicurezza nelle aule scolastiche la cosa si fa maledettamente più seria". Il segretario del Pd ribadisce poi uno dei capisaldi del suo partito, vale a dire "stare dalla parte della scienza, della ricerca, della medicina".

Presto arriva la controreplica dei pentastellati. Di Maio si affida a Facebook e denuncia una campagna di fake news a danno del M5S. "Abbiamo già presentato in Parlamento un disegno di legge, a prima firma Paola Taverna, che prevede esattamente ciò che ho detto: restano i 4 vaccini che erano obbligatori già prima dell'introduzione del decreto Lorenzin e per tutti gli altri si punta sul metodo della raccomandazione", spiega, ma "non con la coercizione come ha fatto la Lorenzin". La proposta M5S prevede anche "clausole di salvaguardia" che introducono l'obbligo di vaccinazione in caso di emergenze epidemiche oppure nel caso in cui la copertura vaccinale "dovesse scendere sotto le soglie che garantiscono l'immunità". A trarre le conclusioni del dibattito, in toni squisitamente elettorali, è Ernesto Carbone. Il deputato Dem da un lato si dice "completamente d'accordo con Lupi: con la legge sui vaccini l'Italia ha fatto un decisivo passo in avanti", salvo poi rimarcare le differenze tra quest'ultimo e la Lega di Matteo Salvini. "Gli segnaliamo però – sottolinea rivolto a Lupi – che non solo Di Maio, ma anche Salvini la vuole abrogare. È l'ennesima conferma che la coalizione di centrodestra è tale solo di nome ma non di fatto: sono divisi su tutto e dunque inattendibili".

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata