Francesco ne ha parlato in Vaticano e ha attaccato duramente il commercio delle armi in genere
"L'umanità rischia il suicidio". A una settimana dal convegno internazionale in Vaticano sul nucleare, è durissimo l'attacco di Papa Francesco. E anche se dalla Santa Sede si affrettano a far sapere che non c'è nessuna mediazione diretta con la Corea del Nord, il riferimento alla crisi in corso tra Pyongyang e Washington è chiaro.
"Il Santo Padre lavora con determinazione per promuovere le condizioni necessarie per un mondo senza armi nucleari, come lui stesso ha ribadito lo scorso mese di marzo in un messaggio indirizzato all'Onu", spiega il portavoce Greg Burke in una dichiarazione in cui precisa che è "falso parlare di una mediazione da parte della Santa Sede" nella crisi nordcoreana.
Papa Francesco questa mattina alle 9 ha fatto visita personalmente al dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che organizza l'incontro. "Ha sottolineato ancora una volta, cosa che fa abitualmente, il fenomeno del commercio delle armi – racconta, intervistata da Radio Vaticana, Flaminia Giovanelli, sottosegretaria del dicastero -. Quindi ha ribadito la sua denuncia di questo commercio delle armi che stimola e che mantiene vivi questi focolai di conflitto, che non sono focolai ma, lo ha detto ancora una volta: 'Siamo in una vera e propria guerra'. E parlando delle armi nucleari, che sono una minaccia che purtroppo è presente da decenni ma che ogni tanto si fa più acuta come nei momenti attuali, ha parlato proprio di 'suicidio dell'umanità'. Ha pronunciato parole molto forti".
Undici premi nobel saranno presenti in Vaticano il 10 e 11 novembre per l'incontro 'Perspectives for a World Free from Nuclear Weapons and for Integral Development', con – tra gli altri – il prefetto Turkson, il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, il segretario per i rapporti tra gli Stati, Paul Gallagher, e Papa Francesco (alle 12 di venerdì). Saranno presenti anche Izumi Nakamitsu, Alto rappresentante Onu per il Disarmo, Rose Gottemoeller, vice segretario generale della Nato e rappresentanti di Stati Uniti, Enrique Yeves, direttore della comunicazione della Fao, Staffan De Mistura, inviato speciale Onu in Siria.
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